Moltissimi soldati russi hanno deciso di dire basta alla guerra, ribellandosi agli ordini di Vladimir Putin.
Non tutti i soldati russi che stanno combattendo in terra ucraina sono d’accordo con gli ordini che arrivano dal Cremlino. Nel dettaglio, stando alle parole del legale Mikhail Benyash, “centinaia e centinaia” di soldati della Russia hanno deciso di non combattere più in Ucraina. Considerando il fatto che la guerra in Ucraina è, a detta di Putin, una mera “operazione speciale”, i renitenti possono solo rischiare il licenziamento. Questo è quanto riporta l’avvocato Benyash, che sta sostenendo la causa dei soldati. Eppure, il Cremlino potrebbe non riuscire a vincere la guerra in Ucraina, con la scarsità di truppe di fanteria.
Le parole del legale dei soldati
“I comandanti minacciano di mandare in carcere i soldati, ma noi spieghiamo loro che possono dire di no”, dichiara Benyash. Il legale è stato contattato da “centinaia e centinaia di soldati” della Russia, stanchi di combattere una guerra ingiusta e non necessaria. “Non vi sono basi legali per avviare una causa penale se un soldato rifiuta di combattere fuori dal territorio russo” visto che non è stata dichiarata una guerra, spiega.
La testimonianza di un soldato
In seguito, Benyash riporta la testimonianza di un soldato russo, che ha deciso di rimanere anonimo. “È subito diventato chiaro che non tutti erano d’accordo. Molti di noi semplicemente non ci volevano tornare. Io voglio tornare a casa. Non in una bara”. Queste le parole del soldato, che si è rifiutato di combattere con altri otto membri del suo gruppo. E i superiori? “Erano furiosi, ma si sono dovuti calmare perché non c’era molto che potessero fare”. Questo è quanto detto dal soldato al Guardian. Il Cremlino potrebbe subire un decisivo tracollo, qualora più soldati decidessero di voltare le spalle ai propri superiori. Come si comporterà Vladimir Putin?