Chi è Mayer Soliani, il sergente in Israele che tifa Lazio

Chi è Mayer Soliani, il sergente in Israele che tifa Lazio

La sua storia ha incuriosito in molti: nato a Roma, Mayer Soliani è un giovane che ha deciso di arruolarsi nell’esercito di Israele.

La sua storia inizia nella Capitale, a Roma, dove vive con i genitori fino all’età di 11 anni. Poi, il trasferimento in Israele e la scelta di arruolarsi nelle forze armate dello stato ebraico. Scopriamo insieme chi è Mayer Soliani, il sergente che si è raccontato ai microfoni di RaiNews.

Biografia e carriera di Mayer Soliani

Nato probabilmente tra il 2001 e il 2002 a Roma, Mayer Soliani è un giovane ragazzo come tutti gli altri. Cresce nella Capitale insieme ai genitori – romani – fino all’età di 11 anni, quando i suoi decidono di trasferirsi in Israele. Nonni, zii e cugini rimangono invece nella città italiana.

Nello Stato mediorientiale, trascorre tutta l’adolescenza, per poi decidere di arruolarsi nelle Forze Armate verso il 2022, all’età di circa 19-20 anni. Del suo mestiere dice “E’ un onore stare qui a difendere il mio popolo, la mia gente, la mia guerra”. Nel 2023, partecipa alle missioni con il ruolo di sergente.

Il racconto del conflitto ad ottobre 2023

L’attacco del 7 ottobre 2023 compiuto dall’organizzazione paramilitare Hamas ai danni di Israele ha aperto un nuovo capitolo nella complessa guerra arabo-israeliana. Israele ha deciso di rispondere con il suo esercito e dunque Mayer Soliani si è ritrovato coinvolto nelle operazioni militari della sua nazione. “Missioni così delicate non ci sono da tantissimo, ma ho già preso parte alle operazioni” ha dichiarato il sergente, che al momento dell’attacco si trovava in Israele, dove vivono ancora anche i suoi genitori.

Alla domanda sul suo stato d’animo nel prendere parte ad un conflitto, ha risposto: “Io non ho paura, ho un po’ di timore, ma sappiamo cosa dobbiamo fare, siamo preparati”.

La passione per la Lazio

Quello che ha più incuriosito del suo racconto a RaiNews è stato però il dettaglio svelato sulla sua passione più grande, la Lazio. Il club calcistico è “la cosa che gli manca più dell’Italia” e della vita normale prima della guerra. Ha infatti ricordato le tante partite viste allo Stadio Olimpico al fianco del padre, che era un abbonato. E ha poi detto: “Vengo tutti gli anni a Roma per vedere la Lazio. Se la situazione si calma tra due mesi sono a Madrid (per seguire la sfida di Champions League contro l’Atletico, ndr) ma non possiamo sapere quanto durerà la missione. Ci hanno detto che sarà molto lunga”.

Pare anche, secondo quanto riportato da La Repubblica, che abbia un tatuaggio di Ciro Immobile sulla gamba: “È il calciatore che mi ha fatto innamorare di questo sport e di questi colori e non smetterò mai di ringraziarlo”.

I messaggi dei biancocelesti

Dopo la sua intervista, non hanno tardato ad arrivare messaggi da parte dei giocatori della squadra di calcio e anche dei dirigenti. “Caro Mayer, spero che finisca presto tutto questo. Sei un vero eroe e quando tutto sarà finito, sarà un onore per me conoscerti” sono le parole pubblicate in una storia Instagram dallo stesso Ciro Immobile, capitano della Lazio.

Luis Alberto, centravanti, ha detto: “Spero vada tutto per il meglio. Non solo ti mando un saluto e un grande abbraccio, ma ti aspetto presto qui alla Lazio”. Molto sentito anche il commento del presidente della società, il senatore Lotito, a notizie.com: “L’ho visto e rivisto tante volte quel video, l’ho anche fatto vedere qui in Parlamento. Certo che mi sono commosso, mi ha colpito, come può non colpirti un ragazzo così giovane che parte dall’Italia per andare a difendere la sua patria?”.

“Quando gli hanno chiesto se ha paura, lui dice di no col trasporto nel cuore, e tra le cose che gli mancano risponde che è la Lazio. Cos’altro si può aggiungere?” ha continuato, dichiarando di voler invitare il giovane a vedere la squadra appena possibile. Il presidente dei biancocelesti ha anche colto l’occasione per fare un appunto: “Il ragazzo è di religione ebraica, l’ennesima conferma delle menzogne tirate in ballo da qualcuno che dice che la Lazio è antisemita e anti-quello o quell’altro. […] La Lazio è portavoce dei diritti umani, del rispetto dell’essere umano, della propria integrità totale, morale, economica, razziale e di qualsiasi natura”.