A tutto Sinisa Mihajlovic: la biografia, la carriera e la vita privata dell’ex calciatore e allenatore serbo.
Ex calciatore, poi allenatore, Sinisa Mihajlovic è stato soprannominato il Sergente di Ferro per via del suo carattere spigoloso, duro. Difensore di gran qualità e quantità, da allenatore si è messo in mostra per le sue idee di calcio moderne e per il carattere che riesce a trasmettere alle sue squadre. Mihajlovic era un personaggio molto amato e la sua morte ha sconvolto l’intero mondo del calcio.
Sinisa Mihajlovic, biografia
Nato a Vukovar il 20 febbraio del 1969, Sinisa Mihajlovic è cresciuto in un paese devastato dalla guerra e che ha conosciuto il significato della parola fame. È tra queste mille difficoltà che si è forgiato il carattere duro di Sinisa, scontroso a volte diffidente, consapevole che nella vita non ti regala niente nessuno e che le cose bisogna conquistarle e meritarle. Ogni cosa. Come molti ragazzi Mihajlovic trova sfogo nel gioco del calcio, inseguendo quel pallone su campi spesso arrangiati dove si fa le ossa.
Sinisa Mihajlovic, la guerra impressa nella memoria
Nel corso della sua carriera da allenatore, Sinisa Mihajlovic in conferenza stampa e nelle interviste ha spesso fatto riferimento alla guerra che ha vissuto quando era poco più di un ragazzo. I ricordi sono tanti, nessuno di questi è felice. Nel corso di un’intervista rilasciata al noto giornalista Paolo Condò, Mihajlovic ha parlato del suo rapporto con Željko Ražnatović, meglio conosciuto come Arkan, ex capo ultras della Stella Rossa e responsabile di crimini di guerra in Croazia e in Bosnia mentre era al comando delle unità paramilitari serbe.
Pur condannando i crimini commessi da Arkan, Sinisa Mihajlovic ha dato anche una rappresentazione positiva del personaggio. In occasione della morte di quello che è stato riconosciuto come un criminale di guerra (2000), Mihajlovic lo definì come un eroe per il popolo serbo, attirando ovviamente su di sé una pioggia di critiche.
Sinisa Mihalovic, la carriera da calciatore
Cresciuto calcisticamente nel Vojvodina, Sinisa Mihajlovic si afferma a livello internazionale con la maglia della Stella Rossa di Belgrado con cui vince una Coppa Campioni nella stagione 1990-1991. L’anno successivo approda in Italia, alla Roma.
Con i giallorossi ha giocato dal 1992 al 1994, poi è passato per quattro stagioni alla Sampdoria. Dal 1998 al 2004 ha vestito la maglia della Lazio e ha poi chiuso la carriera all’Inter dove ha giocato dal 2004 al 2006. Pur essendo un difensore nel corso della sua carriera ha segnato molte reti, era infatti un vero e proprio specialista nel battere i calci di punizione.
Sinisa Mihajlovic, dalla Roma alla Lazio passando per la Sampdoria
Dopo quattro anni passa in prestito alla Sampdoria che lo riscatta e punta forte su di lui. In blu-cerchiato Sinisa Mihajlovic trova continuità di rendimento e diventa uno specialista dei calci di punizione, marchio di fabbrica del Sinisa calciatore. Nel 1998 passa alla Lazio e scrive pagine importanti della storia del club bianco-celeste. Nonostante i suoi trascorsi da romanista riesce a farsi amare dal pubblico laziale e ne conquista presto il rispetto. Tra Mihajlovic e la consacrazione c’è qualche squalifica e qualche atteggiamento sopra le righe di troppo, a partire dagli insulti razzisti rivolti a Vieira per finire allo sputo rivolto ad Adrian Mutu, all’epoca attaccante del Chelsea.
Nel 2004 passa all’Inter con cui giocherà quattro stagioni prima di appendere gli scarpini al chiodo.
Sinisa Mihajlovic allenatore: la carriera
Mihajlovic inizia la sua carriera da allenatore come secondo di Roberto Mancini all’Inter e nel 2008 affronta la sua prima sfida alla guida del Bologna. Viene esonerato e sostituito a stagione in corso. Nel dicembre del 2009 passa al Catania con il quale conquista un’insperata salvezza. Si dimetterà a fine stagione. La stagione successiva Mihajlovic viene presentato come nuovo allenatore della Fiorentina: ottiene il nono posto alla sua prima stagione con la Viola mentre verrà esonerato nel novembre successivo. Dopo una parentesi alla guida della nazionale serba, Sinisa Mihajlovic torna in Serie A alla guida della Sampdoria. In due anni mantiene la squadra nella parte medio-alta della classifica, poi rassegna le sue dimissioni nel giugno del 2015.
Dal Milan al Bologna
Prende in mano le redini del Milan il 16 giugno del 2015, riesce a risollevare le sorti di una squadra allo sbaraglio e trascina i rossoneri alle porte della qualificazione all’Europa League e soprattutto in finale di TIM Cup. Verrà esonerato il 12 aprile del 2015 lasciando il posto a Brocchi che perderà la finale contro la Juventus e vedrà scivolare il Milan lontano da un posto utile per l’Europa.
Nel maggio del 2016 prende il posto di Ventura alla guida del Torino, ottiene il nono posto in classifica al termine della sua prima stagione in granata e verrà esonerato il 4 gennaio del 2018. L’anno seguente sarà alla guida del Bologna con il quale centra la salvezza nonostante il suo arrivo a stagione in corso. Mihajlovic è stato alla guida del Bologna fino al 6 settembre 2022, quando è stato esonerato a causa dei risultati negativi della squadra nella prima parte di stagione.
Sinisa Mihajlovic, moglie, figlie e vita privata
Dal 2005 Sinisa Mihajlovic è sposato con Arianna Rapaccioni, ex soubrette televisiva, moglie del tecnico serbo e madre di cinque dei sei figli avuti da Sinisa: Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nicholas. In precedenza l’ex calciatore e allenatore aveva avuto un altro figlio, Marko, da una precedente relazione.
Sinisa Mihajolovic: la malattia
Nella giornata del 13 luglio 2019 è emersa la notizia della malattia di Sinisa Mihajlovic: leucemia mieloide acuta. Il tecnico è stato costretto a prendersi una pausa dal mondo del calcio per poter procedere con le cure ma era riuscito a guarire e a tornare anche in panchina. Nell’estate del 2020 Sinisa Mihajlovic ha contratto il coronavirus durante le vacanze in Sardegna. Il tecnico serbo è guarito fortunatamente senza conseguenze. Purtroppo però la leucemia è ricomparsa nella primavera del 2022 e il 16 dicembre lo ha portato via.