Coronavirus, aggiornate le cure domiciliari: sì ai monoclonali
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Covid, come curarsi a casa: le linee guida aggiornate

Terapia intensiva coronavirus

La circolare del ministero sulle cure domiciliari: sì ai monoclonali. Antibiotici solo in alcuni casi.

ROMA – E’ arrivata la circolare del ministero sulle cure domiciliari. Un documento che aggiorna le linee guide approvate in passato e che consentiranno alle strutture ospedaliere di intervenire direttamente a casa e non portare i pazienti in ospedale senza necessità.

Un passaggio fondamentale per cercare di diminuire in poco tempo la pressione sui servizi sanitari e consentire ai reparti di aprire per i lavori ordinari e non straordinari.

La circolare del ministero

Come riportato da Il Messaggero, nella circolare sono state confermate almeno a grandi linee le indicazioni dell’ultima. La grande novità riguarda i monoclonali. Il ministero, dopo un confronto con il Comitato tecnico-scientifico, ha dato il via libera a questa cura a casa.

Un’arma in più per combattere il coronavirus e cercare di diminuire la pressione sui servizi sanitari nelle prossime settimane. I monoclonali, infatti, sono molto utili nelle prime fasi dell’infezione e per questo in molti medici hanno chiesto al Governo di autorizzare l’utilizzo domiciliare per questa cura e non in ospedale. Un aiuto per consentire di superare il momento emergenziale e, soprattutto, per rendere più semplice il decorso del positivo.

Di seguito la circolare pubblicata sul sito del ministero della Salute.

Covid, come curarlo a casa: le cure domiciliari

Gli esperti ribadiscono il no ai supplementi vitaminici e all’idrossiclorochina. Via libera agli antibiotici, ma solo in casi particolari. Una delle attività più importanti resta quella legata alla misurazione della saturazione dell’ossigeno. Si valuta il ricovero in ospedale con un valore pari o superiore al 92%. Come anticipato, la grande novità è rappresentata dal via libera agli anticorpi monoclonali, ma solo in alcuni casi. Ma andiamo con ordine.

I casi lievi, quindi i soggetti con sintomi lievi, devono essere curati con una terapia sintomatica di supporto. Si deve inoltre procedere con un monitoraggio attivo delle condizioni di salute per intercettare tempestivamente un eventuale peggioramento delle condizioni di salute. È necessario quindi monitorare la saturazione del sangue. È possibile usare il paracetamolo in presenza di febbre o dolori muscolari.

Capitolo monoclonali. Chi può usarli? Nella circolare si legge che “la selezione del paziente da trattare con anticorpi monoclonali è affidata ai medici di medicina generale, ai pediatri, ai medici delle USCA(R) e, in generale, ai medici che abbiano l’opportunità di entrare in contatto con pazienti affetti da Covid di recente insorgenza e con sintomi lievi-moderati. Questi devono essere indirizzati rapidamente ai centri regionali abilitati alla prescrizione degli anticorpi monoclonali per il COVID-19 soggetti a registro di monitoraggio AIFA. La terapia con anticorpi monoclonali anti SARS-CoV-2 deve essere riservata, in base alle evidenze di letteratura, a pazienti con COVID di recente insorgenza (al meglio entro 72 ore dalla diagnosi d’infezione da SARS-CoV-2 e comunque sintomatici da non oltre 10 giorni) con infezione confermata da SARS-CoV-2“.

Terapia intensiva coronavirus
Terapia intensiva coronavirus
Leggi anche
Covid, la variante indiana in Veneto

Il cambio di passo

La nuova circolare sembra essere destinata a portare ad un cambio di passo per quanto riguarda le cure domiciliari. Da tempo in molti esperti chiedono di rendere più facile il trattamento del paziente a casa per alleggerire la pressione sulle strutture ospedaliere, che potrebbero così tornare alle attività ordinarie.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 27 Aprile 2021 15:12

Covid, la variante indiana in Veneto

nl pixel