Il caso del confronto tv si sta complicando dopo la bocciatura del duello da parte dell’Agcom.
L’Agcom ha negato il duello tra Letta e Meloni a Porta a Porta motivandola con la violazione della par condicio. In corsa alle elezioni non ci sono solo Pd e FdI e un duello sarebbe iniquo nei confronti degli altri partiti. La situazione ora si sta complicando ancor di più perché la Rai sta cercando alternative e sta facendo valutazioni su come procedere. Tra le varie ipotesi c’è anche quella di interviste individuali, oppure un dibattito tra 4 esponenti di una coalizione e 4 di un’altra.
Quest’ultima ipotesi però viene bocciata proprio da Letta e Meloni, i due leader vorrebbero un faccia a faccia e non delegare ad altri esponenti il dibattito. Un altro motivo è che “la coalizione di centrodestra più o meno sta insieme, mentre quella di centrosinistra è più una compagine elettorale”. Letta e Fratoianni hanno posizioni abbastanza diverse soprattutto in politica estera.
Il disappunto di Letta sulla decisione dell’Agcom sul dibattito tv
L’ultima opzione è un dibattito con tutti i leader. Ma a non voler percorrere questa strada è il segretario del Pd perché “non c’è nessuna legge o disposizione che obblighi al confronto con partiti minori” dicono dal Nazareno. Il dibattito con tutti, infatti, dovrebbe tenere conto di tutti i partiti in corsa alle elezioni, anche quelli più piccoli.
Letta ha criticato la delibera dell’Agcom dicendo: “Mi pare molto bizantina per capire cosa voglia dire: un no, un sì un nì.” Ma dalla Vigilanza Rai rispondono al segretario dem: “Forse il bizantino è Letta” dichiarano dalla Lega in Vigilanza. “Sappiamo che la sinistra è abituata a governare senza vincere le elezioni, ma dettare legge anche sulle autorità di vigilanza ci sembra eccessivo.”