La prima capo del governo a salire sul palco della Cgil dal 1996: Giorgia Meloni viene contestata a suon di “Oh bella ciao”.
Durante il discorso al XIX Congresso della Cgil a Rimini di oggi, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha cercato di chiarire alcuni punti che hanno creato astio tra sindacati e governo, già da diversi mesi. L’approvazione della riforma fiscale di ieri ha fatto infuriare delegali e sindacalisti, i quali hanno contestato amaramente la presenza della premier.
L’astio tra sindacati e governo è nato già fin dalla bozza della riforma sul fisco, contro cui i sindacati minacciano una mobilitazione. La Meloni però arriva sul palco del sindacato “rosso” senza tentennamenti, dichiarando che se i lavoratori italiani sono più poveri non è colpa dell’attuale governo, ma di quelli che hanno amministrato prima di lei.
La contestazione dei sindacati
Invitata dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini, la premier Giorgia Meloni non si è tirata indietro nonostante sapesse che ad aspettarla ci sarebbe stata una platea non propriamente felice di vederla, dopo l’approvazione di ieri della riforma fiscale.
Mentre saliva sul palco, ad accoglierla è stata la contestazione del pubblico che ha intonato “Bella ciao”. La premier ha aspettato che terminassero, poi avvicinandosi al microfono ha affermato: “Questo è un appuntamento a cui non ho voluto rinunciare in segno di rispetto, accetto anche chi mi contesta”. Diversi delegati e sindacalisti hanno lasciato la sala polemizzando contro la presidente.
E’ stata esposta anche una scritta che diceva “Pensati sgradita”, ispirata alla citazione legata a Chiara Ferragni dopo la sua esibizione a Sanremo. “Non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica”, ha commentato la Meloni.
Un modo per contrastare la povertà
Giorgia Meloni intraprende il tema dei salari, per cui l’Italia risulta il Paese europeo più povero dal 1990. Quindi cosa fare? “Puntare tutto sulla crescita economica”, dice, aggiungendo che “la ricchezza la creano le aziende e ai loro lavoratori, il lavoro dello Stato è metterli nella condizione di farlo e poi ridistribuire la ricchezza creata”.
Per la premier la soluzione è “combattere i contratti pirata, contrastare il lavoro regolare, ampliare il taglio del cuneo fiscale, estendere i contratti collettivi alle categorie non coperte”. Ma soprattutto da chiarire è la questione della riforma fiscale, approvata ieri e contestata dai sindacati della Cgil. L’obiettivo è quello di ridurre pressione fiscale ed evasione, creando un rapporto di fiducia tra Stato e contribuente attraverso la crescita economica.
Sulla questione delle aliquote Irpef, l’idea è estendere l’aliquota più bassa: “Non viene meno la progressività, ma vogliamo ampliare sensibilmente il primo scaglione, quello con l’aliquota più bassa, per includere più lavoratori”. La flat tax incrementale per i dipendenti invece è “un modo per riconoscere il merito, l’unico vero ascensore sociale che esista se ci sono pari condizioni di partenza”.
“Vogliamo elevare il tetto del fringe benefit, che per me si chiama beneficio marginale, e renderlo monetizzabile in alcuni casi, ad esempio quando nasce un figlio. Vogliamo allineare i lavoratori dipendenti e i pensionati sulla no tax area, portandoli al livello più alto, quelli dei pensionati. Vogliamo aggiornare l’Ires, abbassandola per quelle che investono e assumono a tempo indeterminato in Italia”, spiega la Meloni.