La Consulta ha dichiarato illegittime alcune norme della legge numero 92. Ecco tutti i dettagli della sentenza.
ROMA – La Consulta ha dichiarato illegittime alcune norme della legge numero 92. Come riportato dall’Ansa, il relatore Giuliano Amato ha firmato una sentenza che molto probabilmente in futuro porterà a rivedere alcuni provvedimenti da parte del Governo italiano.
Le motivazioni di questa decisione saranno comunicate nelle prossime settimane e sicuramente successivamente si valuterà se procedere immediatamente con le modifiche oppure valutare meglio le norme considerate incostituzionali dalla Consulta.
Le norme incostituzionali
Tra le norme incostituzionali anche quella che prevede la revoca delle prestazioni assistenziali a mafiosi e terroristi che hanno scontato la pena fuori dal carcere.
Ma la sentenza ha chiesto modificare il comma 58 che prevede la revoca dell’indennità di disoccupazione, assegno sociale, pensione sociale e pensione per gli invalidi civili. Il comma 61, inoltre, stabilisce che questa revoca, con effetto non retroattivo, è disposta dall’ente erogatore nei confronti delle persone già condannate con sentenza passata in giudicato all’entrata in vigore.
Attesa per le motivazioni
La sentenza è stata firmata dal relatore Giuliano Amato e nelle prossime settimane saranno comunicate le motivazioni che hanno portato a giudicare incostituzionali queste norme. Si tratta di un passo importante per modificare i provvedimenti e iniziare a guardare al futuro con una legge sicuramente diversa.
Nessun commento da parte del Governo. A Roma attendono le motivazioni per capire se intervenire immediatamente oppure valutare in futuro la modifica delle norme citate dalla sentenza della Consulta. Sicuramente ci saranno delle importanti novità dopo quanto deciso dalla Consulta. Una decisione destinata a procurare diverse polemiche e tensioni a livello nazionale visto che tocca un tema importante come quello dei mafiosi. La decisione ha confermato la necessità di dare i sussidi anche alle persone che stanno scontando la condanna fuori dal carcere e non solo in cella.