Scontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, il leader Movimento 5 Stelle “licenzia” il fondatore: ecco le motivazioni.
La rottura tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo segna un punto di svolta cruciale nel percorso del Movimento 5 Stelle. L’ex premier e attuale presidente del M5S ha annunciato, tramite il libro di Bruno Vespa, la sua decisione di non rinnovare il contratto da 300mila euro al fondatore.
Tale compenso, inizialmente giustificato dalla “nota abilità comunicativa” del comico, aveva lo scopo di rafforzare l’immagine del partito. Tuttavia, le tensioni interne sono esplose e hanno portato l’ex premier a interrompere la collaborazione.
La rottura tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo: l’annuncio
Giuseppe Conte, nell’intervista concessa a Bruno Vespa per il libro “Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)“, esprime il suo rammarico per il comportamento del comico.
“Beppe Grillo è responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale“, dichiara l’ex premier, come riportato dall’Ansa, motivando la decisione di non rinnovare il compenso.
Il rapporto tra i due si sarebbe deteriorato nel corso degli ultimi mesi, fino a “incrinarsi in modo irreversibile“, secondo le parole dell’ex premier.
Questo distacco non nasce da motivazioni personali, come spesso ipotizzato dalla stampa, ma riflette un profondo disaccordo sulle strategie del Movimento.
Conte sottolinea che Grillo sta “portando avanti atti di sabotaggio“, compromettendo il rinnovamento interno del M5S, e rendendo impossibile proseguire con la collaborazione.
“Vedere oggi che contrasta in maniera così plateale un processo di partecipazione democratica che ci riporta agli ideali originali di Casaleggio mi ha rattristato moltissimo“, confessa l’ex premier, lasciando intendere che il dissenso riguarda questioni di principio.
Un addio inevitabile: la fine di un’era per il M5S
L’annuncio della rottura tra Conte e Grillo ha sollevato numerosi interrogativi sul futuro del Movimento 5 Stelle. La figura del comico, da sempre considerato il “garante” del M5S, è stata centrale per la nascita e lo sviluppo del partito.
Ma ora la sua influenza sembra essere arrivata a un punto di rottura. “Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione, che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione“, afferma l’ex premier.
Il conflitto si colloca in un contesto più ampio di riorganizzazione interna del Movimento, che vede il leader impegnato in un processo costituente per ridefinire il futuro del partito e liberare “energie nuove“.