Emergenza coronavirus, Brusaferro (Iss): I dati confermano che la situazione è in decrescita ma non possiamo abbassare la guardia”.
In occasione del consueto appuntamento settimanale con la stampa, il numero uno dell’Istituto Superiore di Sanità Brusaferro ha parlato dell’andamento del coronavirus.
Di seguito il video della conferenza stampa
Coronavirus, Brusaferro: “La situazione è in decrescita ma non possiamo abbassare la guardia”
“La curva ci mostra chiaramente una situazione in decrescita, credo sia un segnale positivo che non deve farci abbassare la guardia. Per quanto riguarda le aree dell’Italia vediamo che alcune aree hanno una maggiore circolazione. Il quadro rimane costante ed è positivo perché significa che le misure intraprese hanno rallentato la diffusione dell’epidemia. Per quanto riguarda il dato delle Regioni, la Lombardia conferma il trend di cui parliamo. Anche in Piemonte si registrano dati coerenti. In Veneto troviamo un dato coerente. Per quanto riguarda il centro le Marche, che aveva il focolaio famoso di Pesaro, mostra un trend decrescente. Di fatto noi osserviamo i trend. Anche al Sud il dato resta coerente”.
Brusaferro, “Misure come il distanziamento sociale restano importantissime”
Nel corso del suo intervento Brusaferro ha anche evidenziato come i dati positivi non debbano illudere. Le misure di distanziamento sociale e le norme di igiene personale restano fondamentali.
“I segnali positivi che stiamo vedendo sono segnali positivi ma non devono farci abbassare la guardia. Questo non deve illuderci che la situazione si risolva. Le misure di distanziamento sono fondamentali anche nella fase del calo”.
La panoramica sulla letalità
Anche i dati sulla letalità restano sostanzialmente invariati rispetto ai riscontri precedenti.
“Il dato di letalità viene confermato. Quelle sopra i 70 anni sono le persone che pagano un dazio elevato di questa crisi. Il virus colpisce soprattutto i maschi”.
“Per quanto riguarda le Rsa i numeri sono molto cresciuti. Questi dati noi li raccogliamo dai questionari che inviamo alle strutture”.