Emergenza coronavirus, cosa ha deciso l’Eurogruppo? il Mes (in forma rivista) c’è, gli eurobond sono un’idea, quasi una speranza.
Nelle ultime ore lo scontro politico in Italia è riuscito ad oscurare la tragedia del coronavirus prendendosi spazio sui media e sui giornali. Forse non il massimo, probabilmente non quello che ci saremmo aspettati dalla nostra classe politica in questo momento, ma così è.
La bufera è iniziata alla fine dell’Eurogruppo, quando è tornato alla ribalta il Mes. Salvini e Meloni hanno attaccato il governo minacciando, nel caso del leader della Lega, mozioni di sfiducia.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso di rispondere agli attacchi e lo ha fatto in maniera secondo molti discutibili. Ossia in occasione della conferenza stampa tenuta il 10 aprile per annunciare la proroga delle misure restrittive fino al 3 maggio.
Per provare a capire qualcosa sulla vicenda dobbiamo trovare la risposta a una domanda: cosa ha deciso l’Eurogruppo sul piani di aiuti per l’emergenza coronavirus?
Coronavirus, cosa ha deciso l’Eurogruppo
Il primo punto da chiarire prima di addentrarci nell’analisi è che quanto deciso non rappresenta un punto definitivo, ma solo il primo passo di una trattativa dall’esito ancora incerto.
Dopo due giorni non consecutivi di vertice, l’Ue stanzia 500 miliardi a disponibilità immediata e altri 500 per il futuro, da ottenere con un fondo per la ripresa.
Il Meccanismo europeo di Stabilità
Il MES è nel documento finale, Invocato a gran voce da Olanda e Germania, lo strumento tradizionale dell’Unione europea rientra nelle dichiarazioni di fine vertice. Quello varato per l’occasione è un MES rivisto nelle sue condizioni, ma la sostanza di fatto resta invariata.
Dal lungo confronto/scontro quello che prende forma è un meccanismo molto vicino alla proposta della Germania. Viene messo a disposizione il Mes senza condizioni ma solo per costi legati all’emergenza coronavirus. E solo per il 2% del Pil di ogni paese. Facendo un calcolo rapido e approssimativo, per l’Italia parliamo di una cifra inferiore ai quaranta miliardi.
Ma il problema non ci interessa, dice Giuseppe Conte. L’Italia ha ribadito al tavolo europeo di non essere intenzionata ad attivare il Mes in quanto non lo ritiene uno strumento adeguato per fronteggiare l’emergenza.
Eurobond, ci sono o no?
Nel testo conclusivo gli eurobond non sono specificati ma rientrano nella parte del documento dedicata a strumenti innovativi, dove si prende in considerazione l’ipotesi di creare prodotti di debito europeo.
Giuseppe Conte ha fatto sapere con soddisfazione che per la prima volta l’Unione europea ha preso in considerazione gli eurobond come strumento per fronteggiare la crisi. Li ha presi in considerazione. Di fatto ha detto ‘Parliamone“. Non è poco ma non è neanche una vittoria da celebrare in trionfo. Anche perché Olanda e Germania da quell’orecchio ancora non ci sentono…
Il sostegno della Banca Europea degli Investimenti
Chiude sostanzialmente il quadro delle misure più importanti l’intervento della Bei che contribuisce con un fondo di garanzia paneuropeo di 25 miliardi destinato a sostenere i finanziamenti per le imprese.
Il nodo della cassa integrazione europea
Stando a quanto ricostruito la cassa integrazione europea rappresenta un provvedimento più formale che altro. I 100 miliardi di euro che dovrebbero essere stanziati dovrebbero arrivare, almeno in larga parte, dal bilancio Ue. Tradotto, non sono soldi freschi iniettati nel sistema, ma soldi già stanziati.
L’Eurogruppo delle divisioni
Il dato di fatto, senza addentrarci nell’analisi dei vinti e dei vincitori, è che l’Eurogruppo rappresenta il fallimento dell’Unione europea. La Casa Comune sembra esistere solo nelle idee, al massimo nei ricordi ormai lontani e sbiaditi. Non c’è traccia della solidarietà sbandierata in tempo di pace.