Emergenza coronavirus, che succede se non si rispettano le restrizioni. Quali sono i reati contestati e le pene previste in caso di violazioni.
In emergenza coronavirus, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso di chiudere l’Italia. Il motto è io resto a casa. Il significato è chiaro. Almeno fino al prossimo 3 aprile gli spostamenti delle persone fisiche devono essere limitati e sono consentiti solo in caso di comprovata necessità (cosa posso fare e cosa no, il vademecum del governo). Ma cosa succede se non si rispettano le restrizioni?
Coronavirus, che succede se non si rispettano le restrizioni
Per poter circolare servono due elementi: una comprovata necessità (lavoro, fabbisogno, salute) e un’autocertificazione in cui si è tenuti a fare il punto sui propri spostamenti (come scaricare il modulo). In assenza di questi elementi, alla luce delle regole comunicate dal governo, violare le norme che limitano gli spostamenti rappresenta un reato.
Sono due gli articoli del Codice penale che dobbiamo prendere come riferimento: il 650 e il 452. Il primo regola l’inosservanza di un provvedimento di un’autorità. In caso di violazione è previsto l’arresto fino a tre mesi 206 euro di multa. Il 452 invece regola i delitti colposi contro la salute pubblica, reato che prevede una pena da sei mesi a tre anni di carcere.
Le false autocertificazioni
Come detto, per spostarsi c’è bisogno di un’autocertificazione nella quale si specifica il motivo dello spostamento. Motivo che, è bene ribadirlo, deve essere di comprovata necessità. Nel caso di una falsa dichiarazione si cade nel reato di falsa attestazione a un pubblico ufficiale, reato per cui è previsto l’arresto in flagranza.
I soggetti potenzialmente positivi e quelli contagiati
I soggetti con sintomi riconducibili al coronavirus (febbre oltre i 37 gradi e mezzo, raffreddore e difficoltà respiratorie) hanno il dovere di mettersi in auto-isolamento e di comunicare la propria situazione al medico della Asl. Nel caso in cui non si muovessero come indicato, rischierebbero un processo per lesioni o tentate lesioni volontarie e una pena da tre a sette anni di carcere. Nel caso in cui contagiassero persone deboli, causandone la morte, il reato sarebbe quello di omicidio doloso, punito con una pena fino a ventuno anni di reclusione.
Un caso diverso – e più grave – è quello delle persone che sanno di essere positive al coronavirus, non lo comunicano ed escono di casa. L’accusa in questo caso è di violazione dell’ordine dell’autorità ma possono essere contestati anche i reati di tentativo di lesioni e omicidio volontario nel caso in cui contagiasse soggetti deboli causandone il decesso.
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