Coronavirus, variante inglese in un quinto dei casi in Italia. Il report inviato dalle Regioni inviato all’Iss.
ROMA – Coronavirus, variante inglese in un quinto dei casi in Italia. E’ questo quanto evidenziato dal report che le Regioni hanno inviato all’Istituto Superiore di Sanità.
Quasi il 20% dei contagi registrati nei giorni tra il 3 e il 4 febbraio sono dovuti alla mutazione registrata in Gran Bretagna. Questa variante circola soprattutto in zone come Umbria, Marche, Abruzzo, Emilia-Romagna e Toscana, regioni che hanno avuto nelle ultime settimane una nuova impennata dei contagi.
Esperti preoccupati
La variante inglese preoccupa gli esperti per la sua contagiosità. Secondo alcuni studi, infatti, questa mutazione ha una capacità di diffusione molto più rapida rispetto alle altre e, quindi, sembra essere destinata a far alzare l’indice Rt.
La situazione continua ad essere sotto controllo, ma non si esclude una impennata nelle prossime settimane proprio per la presenza di queste varianti. Il quadro complessivo continua ad essere nel limbo e il mese di febbraio potrebbe essere decisivo. Il prossimo dpcm (quello del 5 marzo) potrebbe essere quello delle riaperture, ma molto dipenderà dall’andamento del coronavirus nei giorni precedenti alla decisione del governo.
Possibili nuove zone rosse in Italia
La situazione, come detto, continua ad essere sotto controllo, ma non si escludono nuove zone rosse in Italia nei prossimi giorni. L’intenzione del nuovo governo sembra essere quella di continuare ancora con il sistema a colori per non affossare ancora di più l’economia.
Il lockdown generalizzato, ad oggi, sembra essere escluso. La speranza resta quella di accelerare il prima possibile con i vaccini per iniziare a far ripartire l’economia. Sarà questo il primo compito del governo guidato da Mario Draghi e nei prossimi giorni non si esclude un colloquio tra il premier e Ursula von der Leyen per cercare di ottenere più dosi del vaccino.