Coronavirus in Italia, le restrizioni decise dalle Regioni e dai sindaci delle grandi città per contrastare la diffusione del Covid.
Emergenza coronavirus, le restrizioni in vigore nelle Regioni. La nuova fase dell’emergenza coronavirus vede le Regioni al centro della scena. Rispetto alla prima fase, quella più dura, dell’emergenza sanitaria, il governo ha fornito contesto generale con nuove linee guida nazionali, salvo poi affidarsi alle autorità locali per le iniziative più stringenti lì dove la situazione epidemiologica risulta particolarmente grave o allarmante.
La situazione è cambiata ulteriormente con l’entrata in vigore del dpcm del 3 novembre che dispone regole per aree di rischio. A partire dal 6 novembre fanno quindi testo le disposizioni nazionali alle quali si aggiungono ordinanze restrittive disposte in diverse Regioni e in diverse città.
La nuova fase dell’emergenza
Quindi, con il supporto del Viminale e dei suoi delegati, i protagonisti della scena diventano i sindaci e i Presidenti delle Regioni, che a pochi giorni dall’approvazione dpcm del 18 ottobre, hanno iniziato a muoversi chiedendo misure più stringenti. Si è mossa prima la Lombardia, seguita dalla Campania e dal Piemonte. Come detto, lo scenario è cambiato in seguito all’approvazione del dpcm del 3 novembre che dispone regole unitarie in base all’area di rischio.
Coronavirus in Italia, i provvedimenti delle Regioni: le chiusure
Andiamo a fare il punto dei provvedimenti adottati fino a questo momento dalle Regioni italiane.
Alto Adige
In Alto Adige, alla luce dell’ordinanza firmata la sera del 12 novembre, chiudono le scuole per una settimana. Restano aperti solo i cantieri di opere inderogabili. Stretta anche agli spostamenti, ma le coppie non conviventi potranno incontrarsi. L’ordinanza entra in vigore dal 14 novembre.
Basilicata
Con un’ordinanza del Presidente della Regione, la Basilicata dispone la chiusura di tutte le scuole fino al 3 dicembre.
Emilia Romagna
Per quanto riguarda l’Emilia Romagna si procede con la chiusura dei negozi la domenica, ed eccezione di farmacie, edicole e tabaccherie.
Bar e ristoranti restano aperti con chiusura alle ore 18.00 come disposto nel dpcm del 3 novembre.
“Abbiamo davanti un obiettivo che deve essere di tutti. Frenare il contagio e invertire la curva della pandemia. È la priorità. E possiamo centrarlo rispettando le regole, con senso di responsabilità e senza panico”, ha dichiarato Bonaccini presentando la nuova ordinanza.
Per le altre Regioni valgono le restrizioni contemplate e disposte in base all’Area di appartenenza.
Friuli Venezia Giulia
Il 12 novembre è stata firmata l’ordinanza valida fino al 3 dicembre valida anche per Veneto ed Emilia Romagna.
Nelle prime ore della mattina i negozi sono riservati agli anziani nell’intento di creare una sorta di fascia protetta.
Lazio
Nel Lazio chiudono le grandi strutture di vendita nei giorni festivi. La chiusura riguarda tutte le attività a prescindere dalla tipologia. Restano aperte solo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari oltre alle farmacie, tabaccherie ed edicole.
Veneto
Dal 14 novembre fino al 3 dicembre, alla luce della nuova ordinanza approvata dal Ministro della Salute Roberto Speranza, in Veneto è vietato passeggiare in aree affollate e per le vie del centro storico.
Nel fine settimana chiudono i negozi ad eccezione di alimentari, farmacie e parafarmacie. Restano aperti anche tabaccai ed edicole.
Restano aperte le scuole primarie e secondarie del secondo ciclo ma vengono sospese le lezioni di educazion fisica, canto e strumenti a fiato.
La mascherina diventa obbligatoria sempre fuori casa.
Nei negozi potrà accedere una sola persona per nucleo familiare.
I divieti nelle città
Oltre che a livello regionale ci si muove anche a livello comunale, con i sindaci che hanno la possibilità di disporre chiusure e misure più stringenti.
Bari
A Bari negozi chiusi alle ore 19.00 dal 13 novembre al 3 dicembre. Fanno eccezione i negozi di genere alimentari e farmacie.
Benevento
A Benevento Mastella, in attesa di decisioni sulla Regione Campania, ha disposto il divieto di struscio, come in Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Nei giorni festivi e prefestivi chiudono le vie del centro e le piazze principali.
Firenze
A Firenze bar e ristoranti chiudono i battenti nel fine settimana e si ipotizzano accessi contingentati in determinate aree della città.
Genova
A Genova coprifuoco anticipato di un’ora rispetto alle indicazioni nazionali, con le restrizioni che scattano alle ore 21.00.
Palermo
A Palermo vige fino al 3 dicembre il divieto di stazionamento nelle zone del centro. Il divieto scatta dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 22 e il sabato e la domenica (e festivi) dalle 5 alle 22.
Dal 16 novembre chiudono le scuole dell’obbligo. Restano aperte le scuole comunali dell’infanzia.
Roma
A Roma si procede con la stesura di un elenco di strade ad ingressi scaglionati.
Taranto
A Taranto si procede con la nuova ordinanza, valida fino al prossimo 3 dicembre, con la chiusura dei centri e degli esercizi commerciali dalle ore 18 alle ore 5 del mattino seguente. Restano aperti negozi di generi alimentari, farmacie e tabacchi. Sempre dalle ore 18.00 sono sospese le attività professionali che prevedono la presenza di clientela, fatta eccezione ovviamente per le attività sanitarie.
Ritornano le autocertificazioni
Dopo mesi, ritornano quindi in auge le ormai note autocertificazioni che gli italiani hanno imparato a conoscere durante la fase del lockdown. Per spostarsi durante gli orari del coprifuoco, infatti, i soggetti avranno bisogno della certificazione per giustificare il proprio spostamento, consentito ad esempio per motivi di salute o di lavoro.