La ‘tregua di Natale’: negozi aperti fino alle 22, riaprono i ristoranti. Ma attenzione ai numeri, nessuno sconto alle Regioni

La ‘tregua di Natale’: negozi aperti fino alle 22, riaprono i ristoranti. Ma attenzione ai numeri, nessuno sconto alle Regioni

Emergenza coronavirus in Italia, si pensa ad una ‘tregua di Natale’: se i numeri lo consentiranno si procederà con un allentamento delle misure restrittive.

Coronavirus in Italia, si lavora ad una ‘tregua di Natale‘. Con l’approssimarsi della scadenza del dpcm del 3 novembre e soprattutto in vista del nuovo decreto, già noto come il Dpcm di Natale, i riflettori sono puntati sui numeri dell’epidemia. Curva epidemiologica, indice Rt, indice di rischio, pressione sulle strutture ospedaliere. Tutti numeri che in qualche modo decideranno il contesto nel quale trascorreremo le festività natalizie.

Cena Natale

Il 27 novembre altri spostamenti delle Regioni tra le Zone di rischio

La prima data da segnare sul calendario è quella del prossimo 27 novembre. Da quel giorno le Regioni che si trovano attualmente in Zona Rossa potranno passare – numeri permettendo, ovviamente – in Zona Arancione, così come le Regioni che si trovano in Zona Arancione potranno passare nella fascia a minor rischio. Un boccata d’aria in vista del possibile compromesso che si raggiungerà in vista del Natale per provare a rilanciare lo shopping e tutto il settore economico che caratterizza le festività natalizie.

La speranza del governo è che per i primi giorni di dicembre tutte le Regioni si trovino in Zona Gialla: una sfida difficile ma non impossibile, analizzando i dati. Il coronavirus sta rallentando la propria corsa e la speranza è che si possano allentare almeno alcune delle misure restrittive attualmente in vigore.

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Emergenza coronavirus in Italia: con il Dpcm di dicembre si dovrebbe raggiungere una ‘tregua di Natale’

Se i numeri della pandemia dovessero indicare una situazione a basso rischio, si procederebbe con alcuni piccoli accorgimenti che potrebbero essere a tempo limitato. Una sorta di tregua di Natale per consentire ai commercianti di resistere all’emergenza coronavirus.

I negozi potrebbero allungare il proprio orario di apertura fino alle ore 22.00, indice del fatto che il coprifuoco dovrebbe essere quantomeno posticipato. I centri commerciali potrebbero tornare a riaprire i battenti anche nel fine settimana. Buone notizie anche per i ristoratori, con ristoranti e locali che potrebbero riaprire regolarmente anche per il servizio serale.

Coronavirus negozio

Il canovaccio delle prime settimane di dicembre c’è ma va completato. Restano da sciogliere nodi importanti come la scuola, lo sport e i famosi cenoni.

Per quanto riguarda l’attività didattica sembrerebbe ragionevole approfittare delle vacanze di Natale, non modificare le norme in vigore fino al mese di gennaio e se possibile ridurre la Didattica a distanza a partire dal nuovo anno.

Scuola

Capitolo sport. In questo periodo dell’anno si parla evidentemente della stagione sciistica, che rischia di saltare del tutto. Diversi Presidenti di Regione sono in pressing sul governo per un via libera che difficilmente arriverà. Insomma, niente Natale sulle piste da sci.

Su come ci si dovrebbe comportare a casa il governo sembra avere le idee abbastanza chiare, anzi, chiarissime, ma il problema è che non può imporre regole. Può dare raccomandazioni nella speranza che i cittadini le accolgano e le assecondino.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ribadito che quello del 2020 dovrà essere un Natale sobrio, senza cenoni, baci e abbracci. Comportamenti imprudenti potrebbero portare il Paese verso una nuova chiusura generale che metterebbe a repentaglio la tenuta economica.

Giuseppe Conte

Nessuno sconto alle Regioni in Zona Rossa

Ma attenzione ai numeri. Con ogni probabilità nelle Regioni in Zona Rossa non si procederà con un allentamento così radicale delle misure restrittive attualmente in vigore. Le Regioni nella fascia più alta di rischio, nella speranza che in prossimità del Natale non ce ne siano, dovranno fare i conti con un regime normativo più stringente. Niente sconti natalizi quindi. Non clamorosi almeno.

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