La riforma del processo penale è legge: cosa prevede e cosa cambia dopo l’iter parlamentare.
Con il via libera al Senato, la riforma del processo penale proposta dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia è legge: ma cosa prevede? Facciamo il punto della situazione al termine dell’iter parlamentare.
Cosa prevede la riforma del processo penale
Il primo punto rilevante è quello della prescrizione. La riforma prevede che “La norma dispone che “il corso della prescrizione del reato cessa definitivamente con la pronuncia della sentenza di primo grado. Nondimeno, nel caso di annullamento che comporti la regressione del procedimento al primo grado o a una fase anteriore, la prescrizione riprende il suo corso dalla data della pronunzia definitiva di annullamento“.
Per quanto riguarda l’improcedibilità, fino alla fine del 2024 i termini saranno di 3 anni in appello e un anno e mezzo in prescrizione. Con la possibilità di proroga si arriva a 4 anni in appello e due anni in Cassazione. Dal 2025 entra in vigore a pieno regime la riforma che si applica solo ai reati commessi dopo il 1 gennaio 2020: i processi possono durare al massimo 3 anni (2 anni di base più la proroga di un anno) mentre in Cassazione i processi dureranno 1 anno più una proroga di sei mesi.
Per reati legati alla mafia, al terrorismo e alla violenza sessuale, ad esempio, non c’è un limite al numero di proroghe. Ovviamente le proroghe dovranno sempre essere motivate dal giudice.
Inoltre i reati puniti con l’ergastolo non rientrano nella disciplina dell’improcedibilità.
Durante la discussione in commissione alla Camera è stata inserita la norma legata al diritto all’oblio per le persone assolte. La norma dispone la cancellazione dalla rete delle notizie sui processi a carico di persone indagate o imputate e poi dichiarate innocenti. Le notizie devono essere deindicizzate.
Nel corso dell’iter parlamentare è stata inserita anche la norma per l’arresto in flagranza in caso di violazione di provvedimenti di allontanamento dalla casa o divieto di avvicinamento a luoghi frequentati dalla ex. Si tratta di una norma che mira a ridurre i casi di violenza sulle donne.
Di seguito il dossier integrale discusso in Senato.
Quando entra in vigore la riforma
Per quanto riguarda l’entrata in vigore si ipotizza un percorso graduale per consentire alle realtà interessate di prepararsi e non farsi trovare impreparate di fronte alle nuove regole.