Il rapimento e la liberazione di Silvia Romano: cosa sappiamo sulla complessa operazione che ha portato al rientro in Italia della giovane.
Sin dall’annuncio di Giuseppe Conte, che con un breve tweet annunciava la liberazione di Silvia Romano, sulla rete sono circolate domande polemiche sulla liberazione e il pagamento del riscatto. Le voci critiche si sono diffuse a macchia d’olio e il dibattito ha fatto irruzione anche nel mondo della politica, con il Centrodestra che chiede risposte dal governo.
Dalla partecipazione dei turchi alla trattativa con i rapitori, sono tante le zone d’ombra. Ovviamente. Siamo di fronte ad una complessa operazione di intelligence. Molti dettagli probabilmente non saranno mai resi pubblici, ma possiamo ricostruire il canovaccio delle ultime settimane in base alle informazioni a disposizione.
Cosa sappiamo sull’operazione che ha portato alla liberazione di Silvia Romano
Le prime novità riguardano la natura del rapimento. Sembra che il sequestro sia stato ordinato dai terroristi, quindi non si sarebbe trattata di un’operazione estemporanea di criminali locali del Kenya. Il trasferimento in Somalia di fatto avviene nel giro di un mese, quando le ricerche erano ancora concentrare in Kenya.
Stando alle poche informazioni a disposizione, sembra che il piano originario fosse quello di chiedere un riscatto. Esoso. E così i terroristi iniziano a far circolare notizie false per far salire il prezzo.
La trattativa
Secondo quanto riferito da il Corriere della Sera, l’Italia esce allo scoperto nel mese di maggio del 2019, quando arriva la prima prova che Silvia Romano è ancora in vita. A quel punto i Servizi italiani avrebbero comunicato la disponibilità a trattare per la liberazione di Silvia.
Passano mesi per avere una seconda prova tangibile e per avere la certezza che Silvia è prigioniera di fondamentalisti islamici. E soprattutto che si trova nella parte meridionale della Somalia, roccaforte dei terroristi, che di fatto controllano l’area.
I Servizi italiani hanno collaborato con le autorità turche, su questo non ci sono dubbi, anche perché la Turchia conosce bene le dinamiche che si innescano nella zona.
Nelle ultime ore si è aggiunto un tassello fino a questo momento sconosciuto. La partita si sarebbe chiusa in Qatar, dove scatta il semaforo verde per lo scambio.