Covid, 10 milioni di italiani a rischio povertà: i dati di Unimpresa
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Direttore: Alessandro Plateroti

Covid, 10 milioni di italiani a rischio povertà

Centesimo euro

I dati di Unimpresa sulla crisi economica in Italia ad un anno dall’inizio dell’emergenza legata al Covid: 10 milioni di italiani a rischio povertà.

Dieci milioni di italiani a rischio povertà a causa dell’emergenza economica legata al dramma del Covid. I dati sono quelli forniti dal Centro Studi di Unimpresa, che lancia l’allarme sulla situazione nel nostro Paese.

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Covid, 10 milioni di italiani a rischio povertà

Secondo Unimpresa, il dramma del Covid e l’emergenza economica hanno creato più di un milione di nuovi poveri, che vanno ad aggiungersi ai 9 milioni circa di italiani in difficoltà registrati in occasione della valutazione del 2015. Il dato si avvicina quindi ai dieci milioni di poveri.

Sono oltre 10,4 milioni gli italiani a rischio povertà: tra i 4 milioni di disoccupati e i 6,3 milioni di occupati ma in situazioni instabili o economicamente deboli, il numero degli italiani che non ce la fa, in piena emergenza Covid, è assai vasta e in crescita“, recita il comunicato di Unimpresa.

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I lavoratori precari

Nel conteggio rientrano i disoccupati, che in Italia sono circa 4 milioni, ma anche le persone con contratto a tempo determinato o part time, un esercito di lavoratori instabili a rischio. Sono peggiorate anche le condizioni dei liberi professionisti e delle partite Iva. Si tratta di un esercito di lavoratori con prospettive decisamente incerte, persone che vivono in condizioni precarie e che a causa della crisi economica legata al Covid si avvicinano pericolosamente alla soglia della povertà.

“Il dato, calcolato dal Centro studi di Unimpresa, si riferisce a fine 2020 e conta oltre 1,2 milioni di soggetti in più rispetto a un’analoga rilevazione relativa al 2015, con una crescita significativa del 13%. La crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria ha contribuito, dunque, a estendere il perimetro delle persone in difficoltà con l’area di disagio ancora più ampia: ai 4,1 milioni di persone disoccupate, bisogna sommare anzitutto i contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part time (776mila persone) sia quelli a orario pieno (1,9 milioni); vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time (711mila), i collaboratori (225mila) e i contratti a tempo indeterminato part time (2,7 milioni). Questo gruppo di persone occupate – ma con prospettive incerte circa la stabilità dell’impiego o con retribuzioni contenute – ammonta complessivamente a 6,3 milioni di unità: in condizioni precarie o economicamente deboli, contribuiscono a estendere la platea degli italiani in crisi, che vivono sull’orlo del baratro, sempre più vicini alla povertà”.

Il presidente di Unimpresa: “Bisogna andare ben oltre i 32 miliardi di euro stanziati con il decreto Sostegni”

Per evitare che questa area di disagio sociale cresca ancora di più, bisogna andare ben oltre quei 32 miliardi di euro stanziati venerdì scorso col decreto Sostegni, che non bastano, e questo il governo di Mario Draghi deve capirlo rapidamente: la nostra sensazione è che, nonostante l’indiscussa competenza delle figure chiamate a ricoprire gli incarichi più alti in questo Esecutivo, non ci sia il necessario contatto con la realtà“, ha dichiarato il Presidente di Unimpresa Salvatore Politino.

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ultimo aggiornamento: 22 Marzo 2021 11:57

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