Crisi di governo: quali conseguenze per lavoro e tasse?

Crisi di governo: quali conseguenze per lavoro e tasse?

Sarebbero trascorsi nove anni, da quando i Cinque Stelle hanno optato per il salario minimo, ma in Italia questo ancora non esiste.

Non si tratta di un tema così caldo per la maggioranza parlamentare e nemmeno per industriali e sindacati. Uno spiraglio si è però aperto la scorsa settimana, quando Mario Draghi ha incontrato Cgil, Cisl Uil, ma potrebbe chiudersi presto a causa della crisi di governo. Con un nuovo Esecutivo, bisognerà ricominciare da capo. L’obiettivo primario? Stabilire per legge una paga al di sotto della quale non scendere, per tutelare quasi tre milioni di lavoratori non coperti da un contratto nazionale, ma questo è solo uno dei dossier che rischia di cadere nel vuoto.

Mario Draghi

Il cuneo fiscale

L’elenco è ancora lungo. Ci sarebbe infatti anche il taglio del cuneo fiscale (meno tasse per i dipendenti e, quindi, busta paga più ricca) sul quale Palazzo Chigi ha promesso di darsi una mossa. Questioni da discutere in queste settimane, in vista della manovra per l’anno prossimo. Dove andrebbe affrontato anche il caldissimo capitolo pensioni: se non si farà nulla, da Gennaio serviranno 67 anni per lasciare il lavoro.

Del resto, è l’intera legge di Bilancio a fare acqua da tutti i buchi: se si andasse a votare a Ottobre, i tempi per decidere come investire i soldi pubblici sarebbero molto stretti, ammesso che si trovi subito un nuovo governo. Si passa poi alle riforme concrete, come quella del Fisco (con l’ipotesi dell’abolizione dell’Irap per le imprese), la legge sulla concorrenza (che infiamma tassisti e balneari) e decine di decreti per rendere operativi provvedimenti che, altrimenti, rimarrebbero infinitamente muti.

Molte di queste cose sono subordinate al Piano Nazionale di Ripresa, finanziato con moneta europea del Recovery Fund, che però Bruxelles ci assegna a rate e solo se facciamo ‘i bravi’. Di obiettivi da raggiungere entro fine anno, ce ne sarebbero 55. E valgono quasi 22 miliardari.

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