Fissato il calendario dei lavori di Camera e Senato. Il percorso della crisi di governo prende forma ma non è ancora definito.
Ad eccezione dei colpi di scena regalati dalla Lega di Matteo Salvini, le capigruppo delle due Aule hanno disegnato il calendario di Camera e Senato in questo delicatissimo momento di crisi di governo. Andiamo a fare luce sulle prossime tappe cruciali che potrebbero portare ufficialmente alla fine del governo a guida Lega-Movimento Cinque Stelle.
Crisi di governo, i calendari di Camera e Senato
La prima data da segnare sul calendario è quella del 20 agosto, quando Giuseppe Conte sarà in Senato per riferire sulla situazione al governo. Il giorno successivo, il 21 agosto, il premier sarà alla Camera per riferire ai deputati.
A quel punto, salvo clamorosi colpi di scena che ormai non possono essere esclusi, il presidente del Consiglio potrebbe andare da Mattarella per rassegnare le proprie dimissioni. A meno che non resti dell’idea che la crisi debba sancirla l’Aula, e a quel punto si dovrebbe attendere il voto sulla mozione di sfiducia presentata dalla Lega.
In tutto ciò il 22 agosto si procederà alla Camera con il voto sulla proposta di legge per il taglio dei parlamentari, una delle grandi incognite di questa crisi di governo dopo la mossa del cavallo di Matteo Salvini che ha spiazzato tutti.
Matteo Salvini non detta i tempi della crisi di governo e teme l’alleanza M5S-Pd
Analizzando i calendari incrociati pare evidente come Matteo Salvini abbia perso il controllo della crisi, o meglio dei tempi della crisi. La Lega sperava in un blitz rapido che potesse portare alle urne, ma il timore di un’alleanza Pd-M5S ha costretto i vertici di via Bellerio a cambiare strategia.
Il voto in Senato sul calendario dei lavori non lascia dubbi. Una potenziale maggioranza esiste ed è formata dal Pd, dal Movimento Cinque Stelle e dal Gruppo Misto, capitanato da LeU.
Salvini rischia di fatto di trovarsi da un giorno all’altro dal governo all’opposizione, ma i suoi affondi contro il partito delle poltrone potrebbero essere fatali alla nuova (ipotetica) coalizione che proprio per questo motivo sta valutando con la massima attenzione se mettersi davvero insieme oppure lasciare la parola agli italiani sfidando la Lega sul suo campo. Quello della campagna elettorale.