L’intervista di Mattia De Sciglio ai microfoni di Forza Milan!
Mattia De Sciglio si racconta in esclusiva, partendo dagli inizi. “L’anno della maturità ero convocato per il ritiro con altri sei Primavera, avremmo iniziato la preparazione e alla fine Allegri avrebbe tenuto due di noi. Mi sono detto: “O la va o la spacca!”. Restammo in Prima Squadra io e Valoti. Da quel momento mi sono sempre allenato con i grandi“.
Hai ancora un ricordo del momento in cui hai capito che saresti diventato un calciatore?
“Durante gli anni delle giovanili, fin da bambino, avevo in mente di diventare un professionista. Prendevo il calcio come un divertimento, però facevo tutti i sacrifici possibili e immaginabili per raggiungere l’obiettivo. E quei sacrifici non mi pesavano assolutamente, li facevo con estremo piacere. È dura quando sei piccolo, vedi gli amici che escono e tu devi tornare a casa perché hai da studiare… però a me non pesava perché il mio divertimento era andare al campo, allenarmi e giocare il fine settimana. Nel primo anno di Primavera ero più giovane dei miei compagni e ho giocato poco, ho fatto tanta panchina”.
Ti danno fastidio i giudizi severi nei tuoi confronti? Hai sempre molto pressione addosso, una visione “limitata” delle tue prestazioni hai imparato a gestirla?
“Ne soffrivo di più all’inizio. Le critiche non fanno piacere a nessuno, però ho affrontato un periodo con svariati infortuni, non ero al 100% dal punto di vista fisico ma giocavo lo stesso perché c’era la necessità. Di conseguenza, le prestazioni ne risentivano e ne soffrivo, perché non mi spiegavo l’accanimento nei miei confronti“.
Bisogna dire che dopo l’ultimo infortunio, quello di Udine, tanti tifosi ti hanno dimostrato affetto…
“Certo! Ne approfitto per ringraziarli ancora, è stato un bel gesto da parte di tante persone, mi ha fatto molto piacere. Le critiche, adesso, le lascio perdere”.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
“Oltre a collezionare figurine, nel tempo libero ci sono volte in cui rimango volentieri a casa, a rilassarmi, magari giocando con i miei amici online alla PlayStation. Ci sono altre volte, invece, in cui far due passi in centro mi piace… se c’è una bella giornata esco, in città o al parco. Alla sera mi piace andare al cinema oppure a mangiare fuori, a volte mi vedo con gli amici”.
Tu che hai passato questa fase, cosa ne pensi del fatto che qualcuno stia iniziando a criticare Donnarumma e Locatelli?
“Mi fa ridere. È vero, l’ho vissuta sulla mia pelle: i giornalisti creano queste situazioni. Ti osannano all’inizio, ti paragonano a grandi campioni… poi, dopo due errori e un paio di partite sbagliate, che possono capitare a tutti, ti mettono in croce. In Italia nessuno ti concede l’errore, non puoi mai sbagliare”.
Qual è la più grossa delusione sportiva che hai vissuto fino ad oggi?
“L’uscita dall’Europeo della scorsa estate. Ci credevamo fortemente, eravamo convinti di arrivare fino in fondo. Ce la siamo giocata alla pari anche con la Germania… quando arrivi ai rigori è un terno al lotto”.
E la gioia più grande? Non necessariamente una partita…
“Sicuramente aver vinto il primo trofeo con il Milan, a Doha. Nel 2011, a Pechino, ero già aggregato alla prima squadra ma non ero in campo. Vincere un trofeo è la speranza di chiunque giochi a calcio. Poi contro la Juve e dopo un po’ di anni in cui non si riusciva a vincere… le ultime stagioni sono state difficili, è stata una bella soddisfazione per tutti”.
C’è un avversario che ti ha messo particolarmente in difficoltà?
“Ho avuto già la fortuna d’incontrare diversi giocatori forti. Cristiano Ronaldo l’ho affrontato in un’amichevole estiva… noi ci dannavamo e lui andava al 50%. Un altro che mi ha impegnato è stato Hulk: ero al debutto in Confederations Cup e lui era il triplo di me… anche Oscar, Hazard, David Silva e Ozil”.
E il compagno più forte?
“Più di uno: Nesta, Ibrahimovic e tutti quelli che hanno smesso in quegli anni… erano di un’altra categoria!”.
Fonte: acmilan.com