Nuovo caso ex Ilva: dal Milleproroghe 575 milioni passano dalla bonifica all’attività produttiva. E scoppia la polemica.
Con il decreto Milleproroghe scoppia il nuovo caso Ilva: nel decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale alla fine del 2021, vengono stanziati 575 milioni per Acciaierie d’Italia – ex Ilva – per la decarbonizzazione. Si tratta di fondi inizialmente destinati alla bonifica delle aree inquinate e poi dirottati ad Acciaierie d’Italia.
Milleproroghe, 575 milioni ‘dirottati’ all’attività produttiva dell’ex Ilva
I fondi sono quelli ottenuti attraverso il sequestro effettuato dalla Procura di Milano alla famiglia Riva. Si parla di 1 miliardo circa (poco più). I fondi, in base ai primi accordi, dovevano essere utilizzati per attività di bonifica delle zone inquinate.
Lo spostamento dei fondi ha scatenato la polemica politica. Ricordiamo che il decreto Milleproroghe è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale alla fine del 2021 ma deve ancora passare per l’approvazione del Parlamento. A far discutere è lo spostamento di questi 575 milioni. Si tratta di fondi inizialmente destinati alla bonifica delle aree inquinate e ora stanziati per i nuovi impianti di decarbonizzazione dell’ex Ilva.
Quindi le nuove disposizioni prevedono che i fondi sequestrati alla famiglia Riva potranno essere utilizzati, oltre che per la bonifica di siti inquinati dall’ex Ilva, anche per consentire alla società che oggi gestisce l’impianto, ossia Acciaierie d’Italia, di procedere con lavori di decarbonizzazione.
La polemica
Protestano il Pd, il Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia oltre che le autorità locali, secondo cui i soldi destinati all’attività di bonifica sarebbe insufficienti. C’è chi parla addirittura di un regalo del governo alla società. Un regalo a discapito della popolazione che vive in aree inquinati o nei pressi di aree inquinate. Inquinamento riconducibile all’attività dell’ex Ilva.
