Carlo Calenda a Sky TG24 critica la posizione di Giorgia Meloni sul riarmo europeo e il piano di Ursula von der Leyen.
L’Europa si trova in un momento critico, la guerra in Ucraina e le tensioni geopolitiche hanno reso evidente la necessità di una difesa comune, tema che da tempo divide le forze politiche italiane tra cui anche Calenda. Mentre l’Unione Europea avanza con un piano di riarmo proposto dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, in Italia il dibattito si accende. Da un lato c’è chi ritiene indispensabile aumentare gli investimenti nella sicurezza europea, dall’altro chi teme che ciò possa alimentare un’ulteriore escalation militare.

Il dibattito sul Manifesto di Ventotene
In questo scenario, Carlo Calenda, leader di Azione, è intervenuto nel programma Start di Sky TG24 per esprimere la sua posizione. Il politico ha sottolineato come il piano di von der Leyen rappresenti “l’unica cosa che consente ai Paesi di avere le armi”. Tuttavia, ha anche evidenziato un problema politico interno: la riluttanza della premier Giorgia Meloni ad affrontare apertamente il tema. “Il problema è la parola armi, che lo è ancora per la premier Meloni”, ha dichiarato Calenda, ribadendo che “ai cittadini bisogna dire le cose come stanno. Se è un piano che prevede di riarmarsi, bisogna dirlo: è la possibilità dei Paesi di riarmarsi”.
Un altro punto sollevato dal leader di Azione riguarda il riferimento di Meloni al Manifesto di Ventotene, considerato un pilastro del sogno europeo. Secondo Calenda, le recenti dichiarazioni della premier sarebbero state influenzate dalle tensioni con la Lega, che si è opposta al piano di riarmo. “Era avvenuto un fatto politico rilevantissimo: la Lega aveva detto alla presidente del Consiglio che non aveva il mandato per approvare il piano di riarmo”, ha spiegato.
Questo, secondo lui, rappresenterebbe un segnale di crisi all’interno della maggioranza. “Se non ci fosse stata questa polemica, sarebbe stato il fatto del giorno: la Lega di fatto rompe il governo, perché se Meloni non ha il mandato per approvare una cosa che vogliono sia FdI che FI, allora finisce il governo”, ha aggiunto.
Calenda ha poi criticato l’uso politico della figura di Altiero Spinelli, sottolineando che “se vogliamo parliamo di Ventotene nel contesto storico, di cosa ha fatto Altiero Spinelli, di cui io ho una foto dietro le mie spalle in ufficio, dopo il lavoro che ha fatto con De Gasperi, Adenauer e Schumann per costruire la difesa comune. Però bisogna conoscere le cose e parlarne come si deve, non usarle strumentalmente”.
La sfida di Calenda a Meloni: “Faccia una scelta”
L’intervento di Calenda si è concluso con un messaggio chiaro alla premier: è arrivato il momento di prendere una decisione. “Se questo è un piano per il riarmo, bisogna dirlo chiaramente. È la possibilità per i Paesi di riarmarsi”, ha dichiarato.
Secondo il leader di Azione, l’attuale ambiguità politica non fa che indebolire l’Italia in un momento in cui l’Europa ha bisogno di compattezza e determinazione. Meloni dovrà dunque scegliere: sostenere apertamente il piano europeo o cedere alle pressioni interne. In un contesto internazionale sempre più instabile, il futuro della difesa europea potrebbe dipendere anche dalla posizione dell’Italia.