Dopo il primo sbarco della Humanity 1 a Catania, ora ce ne sarà un altro a Reggio Calabria: stavolta tutti i passeggeri scenderanno.
Il neo ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha parlato dello sbarco al porto di Catania, in Sicilia: «Stiamo seguendo la situazione al porto di Catania. Ci stiamo comportando con umanità ma fermezza sui nostri princìpi. In tal senso impronteremo le prossime azioni».
Dopo la feroce polemica sollevata in seguito alla decisione del governo Meloni di lasciare in mare i passeggeri della nave Humanity 1, adesso le linee guida del Viminale sono umanità e fermezza. La prassi da seguire è la seguente: ispezionare i passeggeri e far scendere coloro che necessitano cure, donne e bambini.
Il nuovo sbarco
Ieri c’è stata una svolta. Alla tedesca Rise Above, con 89 migranti a bordo, è stato assegnato il porto di Reggio Calabria. Secondo quanto stabilito, sbarcheranno tutti i migranti. La nave è già entrata in porto questa mattina, martedì 8 novembre.
Al contrario di come è avvenuto nel porto siciliano, stavolta non ci sarà nessuna selezione: tutti i migranti sbarcheranno nel porto di Reggio Calabria. Si tratta forse di un gesto fatto per non incrinare ulteriormente una situazione già delicata. Difatti, nella giornata di ieri, nel porto siciliano, in tre si sono tuffati dalla Geo Barents.
Il gesto disperato compiuto per non essere stati giudicati come soggetti fragili e non aver ricevuto il via libera per sbarcare da parte del governo italiano. I migranti arrivati a Catania a bordo della nave norvegese erano in 571. Adesso sono rimasti in 214. Sono tutti disperati: si mettono a poppa e gridano «Help us», aiutateci.
L’avvocato di Sos Humanity, Riccardo Campochiaro: «Nel provvedimento in cui si intima al comandante di lasciare Catania non c’è una scadenza. Il governo scoprirà presto che il tema dei flussi migratori è ben complesso e va affrontato senza facili slogan o esibizioni muscolari a danno di persone e famiglie disperate. E che il nazionalismo arrogante non porta da nessuna parte e che tutte le iniziative in materia vanno inquadrate in una dimensione di solidarietà europea».