Il premier Draghi ha sottolineato l’urgenza di liberarsi dalla dipendenza del gas russo e rilancia l’acquisto dall’Africa.
Ospite all’Università Bocconi di Milano il presidente del Consiglio fa un discorso ad effetto a pochi giorni del vertice straordinario europeo del 30 e 31 maggio. Mario Draghi insiste sulla volontà di allontanare l’Italia da Mosca e liberarla dalla dipendenza energetica che “rischia di diventare sottomissione” ha detto il premier.
La questione energetica sarà al centro della discussione di Bruxelles per procedere il più rapidamente possibile ad una soluzione per affrancarsi da Mosca. Il percorso non è facile né senza ostacoli. L’Europa è divisa tra le deroghe al Green Deal a causa della guerra per finanziare gasdotti e oleodotti. Secondo alcuni i fondi potrebbero non bastare per abbandonare questa dannosa dipendenza Nel prossimo vertice europeo questo sarà l’argomento focale su cui il premier Draghi è tra i ferventi promotori di soluzioni immediate.
Draghi riceve il nullaosta di Soros
“Bisogna preparare un futuro per non dipendere più dalla Russia, utilizzando la globalizzazione e acquistandolo in altri Paesi come in Africa“, ha detto in anticipo delineando il suo pensiero nel suo intervento bocconiano durante l’evento in ricordo dell’economista Alberto Alesina. Questo suo discorso ha attirato le attenzioni del finanziere Soros. Secondo lui, Draghi è l’uomo giusto per guidare questa Europa e gli ha scritto una lettera.
Soros ha scritto al presidente Draghi “che l’Europa, che detiene i gasdotti, ha in realtà una posizione di forza maggiore rispetto alla Russia“. Soros ha fatto capire a Draghi che è l’Europa ad avere il coltello dalla parte del manico in questo duello con Mosca. Sempre secondo il finanziere – ma anche secondo Biden – è proprio il premier italiano il leader europeo “in grado di far avanzare” le posizioni di Bruxelles. Lui è quello ad avere “l’iniziativa, l’immaginazione, l’alta reputazione” necessarie per il braccio di ferro con Mosca. Per Soros, la questione energetica “è un passo avanti verso un’Europa parzialmente federata, sarebbe un vantaggio enorme”.