Il presidente del Consiglio uscente è stato insignito come uomo di stato dell’anno.
A New York ieri la Appeal of Conscience Foundation ha consegnato a Mario Draghi il premio “Uomo di Stato dell’anno” per il suo essere stato “unificatore e visionario” e per la sua “leadership poliedrica nella finanza e nelle istituzioni”. Draghi ha risposto con un discorso improntato sulla cooperazione: “Solo la cooperazione può aiutare a risolvere i problemi globali che siamo chiamati ad affrontare”. Il presidente del Consiglio parla di una cooperazione fondata sui valori occidentali come democrazia stato di diritto, diritti umani e solidarietà.
Poi arriva il monito: “L’invasione russa dell’Ucraina rischia di inaugurare una nuova era di polarizzazione, che non vedevamo dalla fine della Guerra Fredda. La domanda su come affrontiamo le autocrazie definirà la nostra capacità di plasmare il nostro futuro comune per molti anni a venire”. Per far prevalere questi valori bisogna difenderli in modo chiaro ed esplicito, suggerisce Draghi. “Questi ideali dovrebbero guidare la nostra politica estera in modo chiaro e prevedibile. Quando tracciamo una linea rossa, dobbiamo farla rispettare. Quando prendiamo un impegno, dobbiamo onorarlo. Le autocrazie prosperano sfruttando la nostra esitazione” un avviso che pare rivolto al futuro governo e ai partiti. “Dovremmo evitare l’ambiguità, per non pentirsene in seguito”.
Il premier Draghi difende i valori occidentali
Draghi ribadisce il sostegno all’Ucraina dell’Ue e sulla via diplomatica per giungere a una pace. Anche il premier ci tiene a rassicurare l’Occidente e garantire per il suo paese che anche il futuro governo saprà essere affidabile e credibile. “La nostra democrazia è solida e lo sarà anche con il prossimo governo” ha tranquillizzato il premier.
“Questa settimana ricorre la 77a Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Spero che ci sarà un futuro quando la Russia deciderà di tornare alle stesse norme sottoscritte nel 1945. Nonostante tutta l’oscurità dei tempi in cui viviamo, rimango ottimista riguardo al futuro”, ha detto Draghi. “Come mi è stato ricordato durante la mia recente visita allo Yad Vashem, l’indifferenza è il peggior nemico dell’umanità. Parlare apertamente non è solo un obbligo morale, è un dovere civico. A coloro che chiedono silenzio, sottomissione e obbedienza dobbiamo opporre il potere delle parole – e dei fatti. Oggi il mondo ha bisogno di coraggio, chiarezza, amore e speranza”, ha detto il presidente del Consiglio.