Chi sostiene realmente il sistema di welfare italiano. I dati del report itinerari previdenziali rivelano chi paga la maggior parte.
Parlando del welfare in Italia, il carico fiscale in Italia è distribuito in modo estremamente iniquo. Secondo il recente rapporto di Itinerari Previdenziali, il 20% dei contribuenti con i redditi più elevati sostiene il 63% delle tasse sul reddito del paese. Questo contributo massiccio finisce a supportare spese pubbliche significative, soprattutto in settori come la sanità e l’assistenza sociale.
D’altra parte, oltre 30 milioni di italiani, circa due quinti della popolazione, pagano soltanto l’1% del totale dell’Irpef, la principale imposta sul reddito delle persone fisiche. Un divario che riflette il carattere progressivo del sistema fiscale italiano.
Disuguaglianza nel pagamento delle tasse
Una delle principali problematiche del sistema fiscale italiano è il peso sproporzionato che grava su una parte relativamente piccola della popolazione. Il rapporto di Itinerari Previdenziali sottolinea che solo 19 milioni di contribuenti riescono a versare una cifra paragonabile ai 2.221 euro che lo Stato spende annualmente per la sanità pubblica per ogni cittadino. Questo significa che il peso delle tasse necessarie per garantire servizi come la sanità e l’assistenza finisce per essere sostenuto da una minoranza.
La causa principale di questa disuguaglianza risiede nel sistema progressivo, che impone aliquote più elevate ai redditi più alti. Negli ultimi anni, però, anche l’introduzione di regimi forfettari per alcune categorie, come i lavoratori autonomi, e l’uscita dall’Irpef per alcune voci di reddito ha contribuito a ridurre ulteriormente la platea di chi paga il grosso delle tasse.
Welfare e spesa assistenziale
La spesa pubblica italiana è tra le più alte d’Europa per il welfare. Solo per le pensioni e l’assistenza sociale, la spesa totale nel 2022 ha raggiunto i 157 miliardi di euro, più del doppio rispetto al 2008. Nonostante questi sforzi, il numero di persone in povertà assoluta in Italia è aumentato significativamente, triplicando tra il 2008 e il 2023.
Una delle ragioni è che una grande parte delle risorse destinate al welfare va in pensioni integrate dallo Stato per persone che non hanno versato contributi sufficienti durante la loro vita lavorativa. Questo fenomeno, che riguarda circa il 40% dei pensionati italiani, contribuisce ad accentuare la pressione fiscale sui contribuenti più facoltosi.