Quirinale, l’Economist contro il tentativo di Mario Draghi. Si guarda con preoccupazione al possibile passaggio per Premier al Colle.
Riflettori puntati sull’Italia in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica, ed ovviamente tutti guardano con particolare attenzione alle mosse di Mario Draghi. Il premier è visto all’estero come una sorta di garanzia. È l’uomo che ha traghettato l’Italia fuori dall’emergenza sanitaria e fuori dalla crisi economica. Per questo molti ritengono che debba rimanere alla guida del governo e che non debba tentare il blitz per il Quirinale. Evidentemente nelle vesti di Presidente della Repubblica Draghi aumenterebbe il suo prestigio ma perderebbe capacità operativa. Eppure la sensazione è che il premier abbia deciso di correre per il Colle, notizia che ha scatenato discussioni e polemiche. L’Economist boccia pesantemente Draghi con un editoriale dal titolo “Il tentativo di Mario Draghi di diventare presidente è nocivo per l’Italia e l’Europa“. Non il massimo, insomma.
Quirinale, l’Economist boccia il tentativo di Mario Draghi: “Nocivo per l’Italia e per l’Europa”
Nel lungo editoriale vengono elencati tutti i contro del passaggio di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale. Il più evidente è quello noto. Nelle vesti di Presidente della Repubblica, Draghi di fatto non avrebbe potere esecutivo. Potrebbe provare in qualche modo ad indirizzare l’azione di governo, ma il pallino del gioco passerebbe in mano alla politica, che tornerebbe ad assumere un posto centrale. Già, perché con la promozione di Draghi si andrebbe di fatto a costruire un nuovo governo con un maggior peso politico.
Il Pnrr a rischio se a gestire i fondi è la politica
La lettura dell’Economist in realtà è quasi catastrofica. Il settimanale ritiene che il passaggio di Draghi al Quirinale potrebbe mettere a rischio tutto il lavoro svolto in questi mesi. Mesi durante i quali l’Italia ha assunto un ruolo centrale sul palcoscenico europeo. Il grande timore è che il nuovo governo orfano di Draghi possa inoltre sprecare la grande opportunità rappresentata dal Pnrr. La presenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi è una sorta di garanzia sul buon uso dei fondi europei. Se a gestire i soldi è la politica, allora aumentano i rischi di una cattiva gestione, almeno secondo la lettura dell’Economist.