Elisabeth Fritzl scomparve all’età di soli 18 anni, nel lontano agosto del 1984. La giovane venne segregata in cantina dal padre.
La vicenda di Elisabeth Fritzl è uno dei casi di cronaca che fecero maggior scalpore a livello internazionale. Per molti anni il caso rimase irrisolto, ma finalmente, nel 2009, la terrificante vicenda venne alla luce e la polizia riuscì a condannare il colpevole.
Elisabeth Fritzl scomparve all’età di soli 18 anni, nel lontano agosto del 1984. In seguito alla sua scomparsa, la madre, Rosemarie, denunciò immediatamente l’accaduto. Dopo diverse settimane dalla sparizione della giovane 18enne, una lettera comparve dal nulla: si trattava di una corrispondenza inviata dalla ragazza ai suoi genitori.
Al suo interno, qualche riga in cui avvertiva la sua famiglia di essere stanca della sua vita, e di essere scappata per unirsi ad una setta: non sarebbe mai più tornata a casa. Josef Fritzl, il padre della 18enne scomparsa, in seguito all’apparizione della misteriosa lettera dichiarò agli agenti di polizia di non avere idea di dove potesse trovarsi sua figlia.
La terrificante verità
Ma la verità era un’altra: il 28 agosto del 1984, con una scusa, Josef portò sua figlia nel seminterrato. La segregò per 24 anni, in cui l’ha ripetutamente torturata e violentata. Nel frattempo le indagini continuavano, ma l’uomo fingeva sia con sua moglie che con la polizia che la figlia fosse scappata.
Dalle ripetute violenze perpetrate nei confronti della figlia, nacquero 27 figli. Uno di loro, fu ucciso dallo stesso Josef Fritzl. Nel 2008 una delle figlie di Elisabeth iniziò a stare veramente molto male. A quel punto, la donna convinse suo padre a portare in ospedale sua figlia, appellandosi al fatto che non poteva perdere di nuovo un altro figlio.
Così l’uomo si recò in ospedale insieme alla bambina. I medici dell’ospedale notarono dei chiari segni di violenza, e avevano ipotizzato che ci fosse qualcosa di strano in quella famiglia. Allora decisero di ideare uno stratagemma per tentare di scoprire la verità. Diffusero la notizia che la ragazza si trovava in condizioni veramente critiche, e mandarono un annuncio ai familiari invitandoli a recarsi nella struttura per darle l’ultimo saluto.
A quel punto, il padre di Elisabeth concesse alla donna di recarsi in ospedale per dare l’ultimo saluto alla figlia. Una volta sul posto, c’era la polizia ad attendere Elisabeth, pronta ad interrogarla. La ragazza raccontò dei suoi 24 terrificanti anni di prigionia. Il 19 maggio del 2009 Josef si dichiarò colpevole di tutte le accuse, e venne condannato all’ergastolo.