Nuove rivelazioni sul caso di Emanuela Orlandi: un audio inedito del 1980 potrebbe confermare il coinvolgimento di Marco Accetti.
Un nuovo documento audio risalente al 1980 riapre i dubbi sulle affermazioni di Marco Accetti, l’uomo che si è autoaccusato di aver partecipato ai rapimenti di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.
L’audio potrebbe fornire nuove prove decisive sulla sua presunta identità dell’Americano, il misterioso telefonista coinvolto nel caso Orlandi.
Emanuela Orlandi: la scoperta dell’audio inedito
Nel 2013, come riportato da Repubblica, Marco Accetti si dichiarò responsabile dei rapimenti di Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983, e di Mirella Gregori, sparita pochi mesi prima, il 7 maggio 1983.
L’uomo affermò di essere stato coinvolto nelle vicende per conto di una rete internazionale che utilizzava questi sequestri per esercitare pressioni sul Vaticano.
Tuttavia, la sua figura è sempre stata controversa, e molte delle sue dichiarazioni sono state archiviate come frutto di mitomania.
Un audio inedito, scoperto dalla storica Rossella Pera e dal videomaker Gian Luca Lulli, potrebbe cambiare le carte in tavola. Risalente al 27 aprile 1980, il documento proviene da una trasmissione di Rai 2 condotta da Nanni Loy, “Tutti insieme compatibilmente“.
In quell’occasione proprio Marco Accetti partecipò al quiz, rispondendo correttamente a una domanda sul film La dolce vita di Fellini e vincendo un premio in gettoni d’oro.
L’importanza di questo audio sta nella possibilità di confrontare la voce di Accetti con quella dell’Americano.
“Basta chiedere alla Rai, dove nell’archivio è custodita la teca“, afferma la storica, sottolineando come questo materiale potrebbe riaprire l’indagine sul rapimento di Emanuela Orlandi.
A seguire il link dell’audio dal programma tv “Tutti insieme compatibilmente” condiviso in esclusiva da Repubblica.
La figura controversa di Marco Accetti
Marco Accetti, fotografo nato a Tripoli 69 anni fa, è sempre stato una figura ambigua. Oltre ad autoaccusarsi dei rapimenti di Orlandi e Gregori, nel 1983 fu protagonista di un tragico episodio.
Investì con un furgone e uccise il dodicenne Josè Garramon, figlio di un diplomatico uruguaiano. Il bambino fu trovato morto a venti chilometri da casa, in circostanze mai chiarite del tutto.
L’uomo venne condannato solo per omicidio colposo, ma le ombre su di lui non si dissiparono mai. Le sue affermazioni sono state spesso liquidate come “sceneggiature fantasiose” dai magistrati.
Tuttavia, alcuni dettagli rivelatisi successivamente veritieri, come il trafugamento della bara di Katty Skerl, hanno mantenuto vivo l’interesse attorno alla sua figura.
