A causa della presenza elevata del batterio escherichia coli, nella costiera romagnola è stato imposto il divieto di balneazione.
Nuovo allarme che desta parecchia preoccupazione in Italia: riscontrata la presenza di escherichia coli sulla costiera romagnola. A causa della presenza di questo batterio, la costa ha vietato la balneazione in 28 punti.
In Riviera, il livello dei batteri all’interno dell’acqua è di molto superiore alla norma. Alla luce di questa scoperta è stata vietata momentaneamente la balneazione. Il comune ha emanato il divieto nel pomeriggio del 27 luglio, proprio nel bel mezzo della stagione estiva. In 28 tratti della costa emiliano-romagnola, a partire da Goro nel Ferrarese, è vietata la balneazione.
L’escherichia coli è un batterio responsabile principalmente della contaminazione degli alimenti. Il batterio si sviluppa a causa di situazioni igieniche scarse. L’organismo umano e animale è l’habitat ideale per il batterio, responsabile della maggior parte delle infezioni al tratto urinario e del colon.
La costa romagnola ha preso dei provvedimenti alla luce dei nuovi valori emersi dal controllo delle acque. La presenza di escherichia coli ed enterococchi risulta superiore rispetto ai limiti stabiliti dalla legge. Ad occuparsi delle analisi di verifica Arpae, il sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.
Una situazione anomala
I valori riscontrati, generalmente, risultano essere fuori dai limiti previsti dalla legge a causa delle piogge abbondanti. Difatti, nelle 24 ore successive alle piogge, è consuetudine emanare il divieto di balneazione proprio per la possibilità di incorrere nel rischio di valori fuori norma. Ma alla luce della recente situazione di siccità a cui stiamo assistendo, questo dato sfasato non trova una spiegazione.
Secondo l’Arpae, la situazione a cui stiamo assistendo è “anomala”. “Le ipotesi possibili sono rappresentante da un insieme di eccezionali condizioni meteorologiche che, sommandosi, possono aver avuto un effetto particolarmente impattante sulla composizione delle acque marine”.