Il vicesegretario della Lega Lorenzo Fontana è stato eletto presidente della Camera grazie al voto unito del centrodestra.
A spoglio ancora in corso, il candidato del centrodestra ha raggiunto il quorum richiesto della maggioranza assoluta dei voti. Il centrodestra è esploso in un lungo applauso. Con 222 voti Lorenzo Fontana è stato eletto presidente a Montecitorio.
La vittoria di Fontana non è stata accolta positivamente da tutti perché si tratta di un leghista radicale ed estremista ultra cattolico fervente sostenitore della cosiddetta “famiglia naturale”. Contro queste posizioni protestava lo striscione dei deputati dem questa mattina in Aula. “È stata una protesta pacifica ma molto determinata per dire che non può essere eletto terza carica dello Stato chi ha costruito tutta la sua esistenza politica su parole d’odio è discriminazione, che ha patrocinato quel congresso di Verona che raccolse i peggiori integralisti mondiali. Non può sedere su quello scranno”. ha detto Alessandro Zan, promotore del ddl Zan.
La scelta del leghista come terza carica dello Stato
Anche il Terzo Polo ha valutato criticamente questa scelta. “Quello di Lorenzo Fontana per la presidenza della Camera “è un nome pessimo quanto quello di La Russa, nel senso che è un nome divisivo che è stato vicino a partiti come Alba dorata, che è un partito nazista messo fuori legge, sicuramente uno dei più filo-putiniani di tutti. Mi pare che questa maggioranza inizi molto male”. Ha detto così Carlo Calenda riguardo alla sua candidatura nei giorni scorsi. Azione ha votato per Matteo Richetti, così come Italia Viva. Il Pd così come Sinistra Italiana e Verdi hanno votato per Guerra (77 voti) mentre il M5S per De Rao (52).
Si rafforza così il patto tra Meloni e Salvini all’interno della coalizione di centrodestra da cui resta fuori Berlusconi. Il partito vincitore delle elezioni ha avuto per sé la seconda carica dello Stato, con il missino che non ha mai rinnegato il fascismo La Russa e la Lega ha avuto la terza carica dello Stato con un estremista. Un messaggio chiaro sull’identità di questo Parlamento. Questa esclusione di Forza Italia sta portando all’ipotesi all’interno del partito di staccarsi e andare da solo al Quirinale.