In attesa del nuovo esecutivo, il Cashback era stato congelato a giugno 2021. Col governo Meloni non tornerà facilmente.
Col governo Conte fu attuata la misura del cashback per contrastare l’evasione fiscale. A giugno del 2021 è stato congelato in attesa del nuovo esecutivo, ma sembra che quello attuale non sia mai stato predisposto a renderlo di nuovo operativo. Le premesse che si pone il nuovo Governo sono ben diverse, e sembra che sia decisivo il futuro per il cashback congelato lo scorso anno. Con priorità ben più importanti, Giorgia Meloni difficilmente cambierà idea.
Il bonus del governo Conte
Con il governo Conte è stato introdotto il bonus del 10% per i pagamenti digitali, una misura congelata a giugno 2021. Con il nuovo Governo il Cashbach, dal costo di oltre 4 miliardi di euro e ideato per contrastare l’evasione fiscale, non sembra tornare operativo. Il ministero dell’Economia aveva suggerito di impiegarlo solo in alcuni settori con più alto rischio di evasione, e anche uno studio di Bankitalia evidenzia l’efficacia di una “via di mezzo”.
La misura mirava ad incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici al posto del contante, e i contribuenti potevano ricevere il 10% degli importi spesi pagando con carte o bancomat, fino ad un massimo di 150 euro. Il cashback, sospeso dalla fine di giugno 2021, ha accumulato grandi numeri nel suo breve periodo di attività. Dal 1° gennaio sono stati quasi 8 milioni gli utenti con transazioni valide e più di 700 milioni le transazioni elaborate. Quindi, quasi 6 milioni di utenti hanno effettuato 50 o più transazioni.
La Meloni contro il cashback
Con la vittoria alle elezioni di Fratelli d’Italia, è improbabile che il cashback ritorni operativo. Infatti, il programma elettorale della Meloni affronta i temi del come il caro-bollette, le pensioni o le tasse, ma non della misura contro l’evasione fiscale. Giorgia Meloni ha sempre espresso il suo dissenso verso questa misura.
Nel marzo del 2021, già parlava del cashback come una “inutile ed ideologica guerra al contante” e di “fallimento totale”, sottolineando che i 5 miliardi di euro spesi per il cashback potevano essere spesi per altre esigenze. Il giorno precedente alla sospensione della misura, la Meloni è stata l’unica ad approvare la decisione dichiarando che “Fratelli d’Italia è stata l’unica forza politica a dire chiaramente da subito che cashback e lotteria degli scontrini sono una idiozia che ci costa 4 miliardi. Un tentativo di controllare gli italiani in cambio di una elemosina”.