Gas da Tarvisio, Descalzi: "Spero in settimana"
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Gas da Tarvisio, Descalzi: “Spero in settimana”

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Gas da Tarvisio, Descalzi sull’inverno: “Abbiamo fatto il possibile ma ci sono variabili che non controlliamo”.

Nei giorni precedenti l’Eni aveva annunciato che il colosso russo Gazprom non invierà più gas all’Italia attraverso il Tarvisio. Da giorni i flussi erano già drasticamente ridotti, meno di un decimo dei valori precedenti all’inizio della guerra in Ucraina. Claudio Descalzi, durante la cerimonia degli “Eni Award” al Quirinale, dichiara che il Paese procede verso una soluzione per riappropriarsi del gas russo proveniente da Tarviso.

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Il gas russo da Tarvisio

Claudio Descalzi, amministratore delegato del colosso energetico controllato da Cassa depositi e prestiti, riferisce che l’interruzione del gas russo che passa da Tarvisio dovrebbe risolversi entro la settimana. Lo annuncia durante la cerimonia degli “Eni Award” al Quirinale.

Lo stop , spiega, “è dovuto al fatto che Gazprom avrebbe dovuto dare una garanzia fisica in funzione del passaggio di questo gas al trasportatore austriaco che porta il gas dall’Austria all’Italia”, cosa che invece non ha fatto. L’Eni è pronta a subentrare con le garanzie monetarie, e si tratta di 20 milioni di garanzie su miliardi di euro che passano. Intanto il gas si trova già in Austria.

Le previsioni per l’inverno

Descalzi spiega che oggi l’Italia possiede delle provviste di gas, il cui costo segna 140-150 euro per megawattora e il Ttf a 180-200 euro. La differenza è dovuta al fatto che “lo sforzo di aver portato più gas ha abbassato i prezzi e l’offerta adesso supera la domanda, anche gli stoccaggi sono pieni. Certo questi metri cubi in più che stiamo portando stanno anche andando verso mercati che hanno prezzi più attraenti e questo è un problema che dobbiamo risolvere”.

La soluzione si appoggia sul consiglio del ministro Cingolani, che mira a raggiungere il 100% degli stoccaggi, che deve essere preso e comprato per riuscire a coprire un periodo più lungo. Ma sull’inverno non è semplice essere fiduciosi, “abbiamo fatto tutto il possibile per essere in una posizione positiva ma siamo in una interconnessione globale”, afferma Descalzi.

Le variabili del sistema non sono sotto controllo di nessuno, ma spera che il gas russo ritorni perché per l’Italia è fondamentale. “È importante che i rigassificatori funzionino, è importante che non ci siano problemi tecnici alle produzioni in Algeria o Egitto o interruzioni dalla Libia. Sono tante le variabili ecco perché un sistema energetico deve essere sempre in ridondanza, non solo nell’offerta ma anche nelle infrastrutture. La ridondanza deve essere in termini di geografie e rigassificatori”.

Il contributo più importante per il Paese arriverà dal gas liquefatto e “se non avremo i rigassificatori il gas che viene dall’Angola, dalla Nigeria e a fine 2023 dal Mozambico e dall’Egitto andrà da altre parti, nei paesi dove ci sono rigassificatori”. L’Italia ha bisogno di diversificare il mix energetico formato da rinnovabili insieme a biocarburanti, idrogeno e nucleare di quarta generazione, e di un “sistema energetico che non sia in contraddizione con lo sforzo di contrasto al cambiamento climatico”.

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ultimo aggiornamento: 3 Ottobre 2022 18:06

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