Dopo il Wall Street Journal, la premier Giorgia Meloni torna al centro delle critiche tra le pagine di Libération.
Giorgia Meloni, attuale presidente del Consiglio italiano, continua a sollevare dibattiti e confronti a livello internazionale.
Recentemente, due noti quotidiani, il Wall Street Journal e il francese Libération, hanno messo in luce aspetti controversi del suo governo, alimentando la discussione su ciò che alcuni ritengono essere una disconnessione tra l’immagine pubblica della Meloni e le politiche effettivamente perseguite dal suo esecutivo.
La premier Giorgia Meloni in prima pagina su Libération
Come riportato da Liberoquotidiano.it, diretto è l’approccio del quotidiano francese Libération, che ha dedicato la prima pagina della sua edizione del 29 marzo a Giorgia Meloni, accompagnata da un titolo provocatorio: “Italie. Giorgia Meloni. Coté Pile, Coté Faf“.
Utilizzando un gioco di parole, Libération ha paragonato la leader italiana a due facce della stessa medaglia, suggerendo una doppia natura caratterizzata da politiche di estrema destra. L’acronimo “Faf“, utilizzato nello slang di estrema destra francese per esprimere il concetto di “La Francia ai francesi“, serve a rinforzare questa narrazione.
Nell’articolo, Libération critica apertamente Meloni per le sue politiche, affermando che “attacchi alla gioventù, agli omosessuali, agli ecologisti” sono emblematici di un governo che “moltiplica le misure di estrema destra“.
Il caso sul Wall Street Journal
Questa rappresentazione contrasta fortemente con l’immagine moderata che la presidente del Consiglio cerca di proiettare a livello internazionale.
Al contrario, il Wall Street Journal ha evidenziato un episodio particolare avvenuto in Aula, quando la premier italiana, Giorgia Meloni si è coperta la testa con la giacca durante un intervento di Angelo Bonelli, leader di Alleanza Verdi e Sinistra.
Questo gesto è stato interpretato come una derisione nei confronti dell’opposizione, suscitando reazioni miste sia in Italia che all’estero. Mentre il dibattito si intensifica, rimane evidente la sfida per la leader italiana nel bilanciare le aspettative nazionali con la percezione globale del suo operato politico.