Scontro Schlein-Meloni sui referendum: ecco cosa ha detto la leader del PD che punta sui 5 sì per l’8 e 9 giugno.
Nelle ultime ore, Elly Schlein non ha “smascherato” solo Netanyahu ma nel mirino della segretaria del Partito Democratico c’è finita anche Giorgia Meloni, accusata di voler ostacolare la partecipazione degli italiani ai referendum dell’8 e 9 giugno. Secondo Schlein, il governo “teme che il popolo possa esprimersi” su temi centrali come lavoro e cittadinanza. Ecco le sue dichiarazioni.

La replica di Matteo Renzi sulle dimissioni
Anche Matteo Renzi entra nel dibattito, ribattendo sui social alle parole di Giorgia Meloni che, durante il question time al Senato, ha risposto sul tema delle dimissioni in caso di sconfitta referendaria. “Ho fatto delle domande alla Presidente del Consiglio. Si è inspiegabilmente innervosita e la maggioranza ha provato a interrompere coi soliti ululati. Ma non ci fanno paura: più provano a zittirci, più noi rilanciamo sui contenuti“, ha detto l’ex premier.
La provocazione di Elly Schlein contro Giorgia Meloni
Elly Schlein ha attaccato frontalmente la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, criticando duramente la posizione del governo riguardo ai referendum in programma per l’8 e il 9 giugno. “Evidentemente Giorgia Meloni e il governo, che invitano a non partecipare al voto dei referendum dell’8 e 9 giugno, hanno paura“, afferma la segretaria del PD. Secondo lei, come riportato dall’Ansa, il centrodestra ha alimentato un contesto di precarietà e insicurezza.
“Perché finalmente gli italiani saranno chiamati a esprimersi sulla cittadinanza e sul lavoro, che la destra in questi due anni e mezzo ha reso sempre più precario, scegliendo di stare dalla parte dei più forti e dimenticando i più ricattabili“, ha affermato. Inoltre, non risparmia critiche nemmeno sull’aspetto costituzionale della vicenda.
L’invito all’astensione viene da lei definito un atto grave contro i principi democratici: “Non solo l’invito all’astensione è un tradimento dei principi costituzionali che fissano il voto come un ‘dovere civico’”. Per Schlein, evitare il confronto con il popolo è un segnale evidente di insicurezza: “Un governo che teme che il popolo possa esprimersi, è un governo che teme il popolo stesso“. Infine, rilancia la posizione del suo partito: “Noi, come Partito Democratico, ribadiamo il nostro impegno per i 5 sì ai referendum“.