Il presidente emerito ha avuto un malore nel pomeriggio. Ricoverato d’urgenza, Giorgio Napolitano è stato operato al cuore.
Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica, è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale San Camillo di Roma per un problema cardiaco. Secondo quanto riferito da Repubblica, l’ex capo dello Stato ha avuto un malore durante il pomeriggio.
Il proprio cardiologo di fiducia, dopo una prima visita e alcuni accertamenti del caso, ha deciso di ricoverare Napolitano nel reparto del professor Francesco Musumeci. Da quanto è trapelato, il presidente non ha mai perso conoscenza.
L’intervento è andato molto bene, il cuore ha ripreso e il paziente è in condizioni stabili. Siamo molto soddisfatti e ottimisti”, ha fatto sapere il Professor Musumeci.
Giorgio Napolitano dopo l’intervento al cuore è stato spostato nel reparto di terapia intensiva
Giorgio Napolitano ricoverato d’urgenza
Novità sulle condizioni del presidente emerito sono attese nelle prossime ore.
Solo pochi giorni fa l’ex capo dello Stato era stato ospite di Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’. Nell’occasione aveva parlato delle possibilità di instaurare un nuovo governo, senza nascondere il proprio pessimismo. Queste alcune delle sue dichiarazioni: “Ci sono troppi esclusivismi, nessuno ha avuto la maggioranza ed è fatale un accordo, e gli accordi si negoziano. Il dato con cui tutti devono fare i conti è la forza dei numeri e della democrazia. Ci si confronta e si discute, senza mettere avanti la propria predestinazione a questo o quell’incarico di governo. Serve una massima condivisione delle responsabilità, perché l’Italia abbia il governo di cui ha bisogno“.
Il presidente emerito aveva parlato anche della festività del 25 aprile: “La democrazia non è un regalo, va ricordato. L’uso di simboli che richiamano al fascismo è una manifestazione di ignoranza e irresponsabilità. I diritti, la democrazia e la libertà sono stati conquistati e riconquistati attraverso una storia drammatica, non ce li ha regalati nessuno e anche le nuove generazioni non li devono considerare un’eredità di cui beneficiare senza chiedersi da dove vengono. Vengono dalle lotte antifasciste e dalla resistenza“.