Giovanni Castellucci, ex numero uno di Atlantia, ha parlato del suo passo indietro, della tragedia del Ponte Morandi e del futuro di Autostrade.
Intervenuto ai microfoni de il Corriere della Sera a poche ore di distanza dalle sue dimissioni da Atlantia, Giovanni Castellucci ha parlato della tragedia del Ponte Morandi e della posizione di Autostrade, finita al centro di un caso mediatico e giuridico.

Giovanni Castellucci, “Ora è il momento giusto di lasciare. Per il bene di tutti”
Castellucci ha parlato delle motivazioni che lo hanno spinto a lasciare Atlantia, un passo caldeggiato dai Benetton nel tentativo di ricucire lo strappo con il governo, intenzionato a revocare le concessioni autostradali.
“Ora è il momento giusto per lasciare. Per il bene di tutti […]. Come gestire il gruppo in futuro è un tema che compete al Consiglio di Amministrazione. Faccio i più cari auguri a Giancarlo Guenzi per la responsabilità che si è meritato”.
La crescita di Autostrade sotto la guida di Castellucci
L’ex numero uno di Atlantia ha poi parlato della crescita di Autostrade e dei meriti della società nell’ambito della sicurezza stradale.
“Quando arrivati in Autostrade, provenendo da Barilla, questa era un’azienda privatizzata da due anni […]. Mi ci sono appassionato cercando di abituare i colleghi all’analisi e alla programmazione e a una diversa attenzione alla sicurezza. Asfalto drenante e tutor sono primati di Autostrade”.

Giovanni Castellucci sulla tragedia del Ponte Morandi di Genova: “I tecnici non se ne capacitano ancora”
“Quella del Ponte Morandi è una tragedia di cui noi tutti non ci facciamo umanamente una ragione e di cui i tecnici non si capacitano ancora. Con l’incidente probatorio si proveranno a capire le cause. Di sicuro c’è che il ponte era visto e studiato da tanti tecnici. E nessuno aveva evidenziato pericoli per la sicurezza dell’infrastruttura”.