Gli scippi in metropolitana sono un problema. La video-gogna? Anche
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Direttore: Alessandro Plateroti

Gli scippi in metropolitana sono un problema. La video-gogna? Anche

Metropolitana

La polemica su chi filma le borseggiatrici rischia di mettere in secondo piano la questione reale: il diritto dei cittadini a non essere derubati

E’ giusto pubblicare i filmati delle borseggiatrici in azione sui mezzi pubblici? Il tema sta facendo discutere con toni molto accesi ormai da giorni, dopo le dichiarazioni di due consiglieri comunali Pd di Milano, che se la sono presa con Milano bella da Dio, pagina social nata proprio per evidenziare i problemi della città.

Milano
Milano

Non è l’unica realtà di questo genere. Ne esistono anche in altre città (la più famosa è Roma fa schifo) e nello specifico milanese c’è sicuramente un elemento politico: nella massima parte dei casi, queste pagine sono politicamente affini all’opposizione che da tre mandati viene regolarmente sconfitta e che – legittimamente – prova a invertire la tendenza. Questo, però, non sminuisce in alcun modo la credibilità dei fatti riportati: essendo filmati sono indiscutibilmente veri e come tali vanno trattati. Inoltre, il compito specifico dell’informazione è proprio quello di fare da “cane da guardia” del potere, chiunque lo detenga.

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La seconda riflessione da fare su questo modello di comunicazione è di tipo etico-giuridico. Che sia giornalismo fatto da professionisti o citizen-journalism non cambia granché: anche trasmissioni famose come “Striscia la Notizia” e “Le Iene” hanno spesso ripreso persone nell’atto di commettere reati di vario tipo. Ci sono però delle regole da rispettare, tra cui la necessità di non rendere riconoscibile la persona in questione: l’odiosità dell’atto compiuto non basta per cancellarne il diritto alla dignità.

Le Iene
Le Iene

Sicurezza a Milano: tra statistiche e vita reale

Fatte queste due giuste premesse, bisogna però andare al reale oggetto del problema, che sono proprio i frequenti reati commessi, la carenza di personale preposto a prevenirli e gli scarsi mezzi giuridici per punire chi viene colto sul fatto: spesso i furtarelli su metrò e bus sono eseguiti da ragazze incinta o madri di figli piccoli, che quindi non possono andare in carcere. Questi sono i problemi da risolvere, per tutelare il cittadino che ha diritto a non essere derubato. Perdersi in discussioni non immotivate, ma sicuramente secondarie, sul processo alle intenzioni di chi filma e sui vincoli della pubblicazione delle immagini è fuorviante: bisogna occuparsi della febbre, non prendersela con il termometro che la indica.

Il rischio di focalizzare le attenzioni lontano dal tema corretto è particolarmente elevato a Milano, dove una pur veritiera narrazione di modernità e sviluppo economico-sociale sta facendo perdere a molti il senso critico. Le tensioni – nel caso specifico contro i Rom – fermentano dove manca un’adeguata risposta istituzionale, che non può essere il continuo sbandieramento dei dati che indicano come la sicurezza non sia poi il dramma che taluni raccontano. Al di là del fatto che i numeri vanno interpretati (Milano è in testa a una recente classifica sull’indice di criminalità, ma forse solo perché vi si fanno più denunce rispetto ad altre città), ciò che più conta è il vissuto delle persone. Chi frequenta la città non si stupisce per le lamentele di chi subisce scippi, piccoli furti o sperimenta la frustrazione di chiamare le forze dell’ordine senza ottenere una risposta tempestiva. Su questi temi (in parte in carico all’amministrazione locale, in parte a quella nazionale) servirebbe un approccio molto più concreto e molto meno attezzoso: solo un reale ascolto della città può impedire che i video degli scippi facciano insorgere in qualcuno la tentazione di farsi giustizia da se’.

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ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023 17:36

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