La formazione del governo ancora non si risolve. Giorgetti dice sì al Mef mentre il caso Ronzulli resta lo scoglio principale per Meloni.
Dopo la votazione di ieri i malumori tra Berlusconi e Fratelli d’Italia si inaspriscono. Dopo i vari no impassibili e irremovibili di Giorgia Meloni a Licia Ronzulli che Berlusconi cerca di piazzare in ogni ministero, si rimane in un’impasse. Nel frattempo, se questo è un problema per Forza Italia, come si è visto dalla ripicca sulla votazione di La Russa, non lo è per Giorgia Meloni che continua sulla sua strada.
C’è chi dice che ne è uscita rafforzata chi invece azzoppata dalla sua coalizione, quel che è certo è che vuole fare in fretta e che non vuole perdere tempo in queste dinamiche. “Il segnale che voglio dare all’Italia è che noi lavoriamo per fare immediatamente tutto e spero che anche gli altri vogliano fare lo stesso. Lo verificheremo” ha detto ieri in serata.
Sulla via della risoluzione il ministero di via XX settembre. Dopo il no dei tecnici arriva l’ipotesi Giorgetti, il leghista avverso al segretario del Carroccio. Infatti, dalla Lega avevano fatto sapere che se Meloni l’avesse scelto non sarebbe stato contato in quota Lega. Per Meloni Giancarlo Giorgetti “sarebbe un ottimo ministro dell’Economia” e sarebbe anche un elemento di continuità con il governo Draghi.
Totoministri di FI non corrisponde con quello di FdI
Intanto i disegni di Berlusconi vengono ripresi dalle telecamere ieri nel suo scanno in Senato dove c’erano segnati i cinque-sei nomi di Forza Italia che voleva nel governo Meloni. Un nome su tutti quello di Licia Ronzulli vicino a quasi tutti i ministeri possibili. Ma proprio questo nome, dopo l’elezione di La Russa con i voti dell’opposizione, sembra bruciato definitivamente come ha ammesso lo stesso Berlusconi uscendo dal Senato, dicendo che non c’è più neppure per un ministero di seconda fascia.
Gli altri azzurri che ancora potrebbero sperare un ministero sono Tajani, Bernini, Casellati, Gasparri e Cattaneo. Ma secondo i progetti di Meloni per un governo competente solo alcuni rientrerebbero dei forzisti: Tajani gli Esteri, la Giustizia per Casellati, Università per Bernini, Pubblica amministrazione per Gasparri, Transizione ecologica o Ambiente per Cattaneo.
“Sono sicura che tutti si rendano conto che a questa nazione serva un governo e noi abbiamo una responsabilità che gli italiani ci hanno affidato” ha detto Giorgia Meloni. Secondo fonti del suo partito, il totoministri di FdI vedrebbe Giorgetti all’Economia, Carlo Nordio alla Giustizia, mentre la Casellati alla Pubblica amministrazione, Tajani agli Esteri e potrebbe confermare Bernini all’Università.
Per quanto riguarda i tecnici non dovrebbero essere più di cinque e dovrebbero avere le deleghe di almeno tre ministeri: Agricoltura, Lavoro e Sanità. Per quest’ultimo spunta il nome di Francesco Rocca, presidente della Croce rossa, ma anche l’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Al Viminale potrebbe andare un altro tecnico come il prefetto leghista Piantedosi. Adolfo Urso e Guido Crosetto continuano a essere due punti fermi, uno per la Difesa l’altro allo Sviluppo economico.