Gabriele Gravina, presidente della FIGC, collabora con la Procura di Roma nell’indagine di autoriciclaggio.
In una vicenda che intreccia diritti televisivi, possibili illeciti finanziari e una serie di accuse mediatiche, Gabriele Gravina, presidente della FIGC, si trova sotto i riflettori della giustizia. Al centro dell’indagine condotta dalla procura di Roma, Gravina è indagato per autoriciclaggio, una situazione che solleva interrogativi non solo sulle sue azioni ma anche sulla giurisdizione competente per questo caso.
L’autodifesa di Gravina: atti bancari e dichiarazioni ufficiali
Nell’ambito dell’indagine, Gravina ha messo a disposizione una serie di documenti, tra cui bonifici bancari, per dimostrare la sua trasparenza. Questo gesto si inserisce in un contesto più ampio di autodifesa, in cui il presidente della FIGC ha richiesto di essere ascoltato dalla procura per chiarire la propria posizione, sottolineando la sua fiducia nel sistema giudiziario e l’intollerabilità delle strumentalizzazioni mediatiche a suo danno.
Una questione di competenza territoriale
La questione della competenza territoriale rimane aperta, con i magistrati che devono decidere se mantenere il fascicolo a Roma o trasferirlo a Milano, luogo dell’acquisto di un appartamento da parte di Gravina, o a Firenze, sede della Lega Pro. Questa indecisione giurisdizionale riflette la complessità dell’indagine, che tocca presunti illeciti legati ai diritti televisivi.
Il caso si sviluppa attorno a presunte tangenti legate agli appalti sui diritti tv della Lega Pro e a un appartamento milanese acquistato da Gravina, segnalato come “operazione sospetta”. Di fronte a queste accuse, Gravina si è espresso con fermezza, respingendo le insinuazioni e sottolineando la sua volontà di fare luce sulla verità.
Mentre Gravina naviga tra difese legali e attacchi mediatici, la questione dell’appropriazione indebita emerge come un aspetto ancora da chiarire, in attesa che emergano ulteriori sviluppi dall’inchiesta. La posizione di Gravina, tra documenti a supporto e interrogatori, sottolinea un caso di grande rilevanza nel panorama sportivo e giudiziario italiano.