Cos’è l’Halo, il sistema di protezione installato sulle monoposto di Formula 1. Si tratta di una staffa in titanio che protegge la testa dei piloti.
Dopo l’incidente di Grosjean tutti ne parlano, ma effettivamente cos’è l’Halo e come funziona il sistema di sicurezza che al momento della sua introduzione aveva scatenato le polemiche dei piloti.
F1, cos’è l’Halo, il sistema di protezione installato sulle monoposto
A seguito delle sperimentazioni avviate nel 2015, l’Halo è stato introdotto dal 2018. Si tratta di un modulo che esterno che protegge il pilota che si trova nella monoposto. Si tratta di una componente che ha richiesto una rivoluzione estetica e aerodinamica delle vetture.
Concretamente si tratta di una barriera in titanio posta a protezione della testa del pilota. La staffa è posizionata davanti alla testa del pilota e pesa poco meno di nove chilogrammi. I risultati dei test hanno evidenziato come l’Halo aumenti del 17 per cento circa il tasso di sopravvivenza del pilota in caso di incidente.
Per evitare di innescare la concorrenza sulla sicurezza dei piloti, il sistema di protezione è costruito da un produttore esterno scelto dalla FIA. Quindi è uguale per tutte le monoposto senza possibilità di modifica.
Le polemiche dei piloti
L’introduzione dell’Halo era stata accompagnata dalle polemiche dei piloti. Magnussen lo aveva definito “brutto e fastidioso” in quanto “rende difficoltosi il montaggio e la rimozione del volante, oltre all’uscita dall’auto. La cosa positiva, l’unica, è che non distrae durante la guida ma secondo me le monoposto dovrebbero essere aperte“. Gasly aveva fatto sapere che con l’Halo entrare ed uscire dall’auto era “un casino” mentre Sainz aveva evidenziato come con il modulo di sicurezza era più difficile capire se stesse piovendo o meno. Questo perché l’Halo trattiene le gocce d’acqua sulla visiera. Hulckenberg lo aveva definito addirittura stupido e inutile.
Era stato Jean Todt a mettere fine alle polemiche facendo sapere che la FIA aveva semplicemente accolto un appello dei piloti, che chiedevano un sistema di protezione per la testa.
“Mi sorprendono queste critiche, dal momento che l’Halo nasce da un desiderio espresso dagli stessi piloti. Nel 2015 ho ricevuto una lettera da parte dei responsabili della GPDA in cui si chiedeva un sistema di protezione per la testa. Dopo aver interpellato alcuni tecnici per le prime valutazioni, il tema della sicurezza è riemerso anche nel meeting del 27 luglio 2016. Noi abbiamo rispettato l’impegno ma qualcuno lo ha dimenticato“.
Grosjean salvato dall’Halo
Le opinioni sull’Halo sono cambiate nel corso degli anni e la svolta è arrivata dopo l’incidente di Grosjean, uno che inizialmente aveva assunto una posizione critica.
Il pilota, dopo il terribile incidente in Bahrein, ha fatto sapere di essere vivo grazie all’Halo, che lo ha protetto evitando il peggio. Poi il pilota ci ha messo del suo fuggendo dalla monoposto in fiamme rimediando solo lievi ustioni alle mani e alle caviglie.