Sarri predicava nel deserto, in una Juve che non è mai stata la sua

Sarri predicava nel deserto, in una Juve che non è mai stata la sua

Sarri paga un po’ per tutto e per tutti, la verità è che alla Juventus si era ritrovato solo. E ora con Pirlo quali sono gli obiettivi?

L’esonero di Maurizio Sarri dopo un solo anno alla guida della Juventus ha lasciato tutti un po’ sorpresi per modalità, tempistiche e dinamiche del divorzio. La società bianconera ha deciso di sollevare il tecnico dall’incarico dopo l’eliminazione dalla Champions League agli Ottavi per mano del Lione. Alla sua prima – ed unica – annata alla guida della Juve Sarri ha confermato lo Scudetto ma ha lasciato per strada anche la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana. Soprattutto non ha fatto vedere quel bel gioco che avrebbe dovuto portare a Torino.

Sarri alla Juventus, serviva un progetto a lungo termine

Ma i motivi non possono essere solo questi. Se decidi di prendere un allenatore come Sarri metti in conto di poter non vincere, di lasciare trofei per strada e sei disposto ad aprire un mini-ciclo di almeno tre anni, al termine dei quali è effettivamente possibile raccogliere i frutti del lungo lavoro di semina. Il Napoli apprezzato da tutto il mondo del calcio non è nato da un giorno all’altro, e su questo non ci sono particolari dubbi.

Torino 11/07/2020 – campionato di calcio serie A / Juventus-Atalanta / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Maurizio Sarri

Il bilancio di una stagione complicata

Ma non bisogna lasciarsi ingannare dalla storia della Juventus. Vincere il campionato, anche alla luce della forza dell’Inter e della Lazio (pre lockdown, poi ha pagato la panchina corta) non era scontato e sicuramente non era semplice. Era doveroso, certo, ma non per questo bisogna svuotare di significato il titolo ottenuto. Un titolo vinto senza il punto di forza della Juve. La difesa. L’infortunio di Chiellini ha riportato Bonucci ai tempi del Milan. Un buon difensore, ma se il peso della responsabilità pesa sulle sue spalle allora il reparto traballa. Fortunatamente de Light è cresciuto abbastanza in fretta dopo un inizio di campionato quantomeno delicato.

La Juventus è di Pirlo. L’obiettivo resta quello di vincere tutto (?)

C’è anche un altro aspetto che lascia sorpresi. La scelta di affidare la panchina della Prima Squadra ad Andrea Pirlo, che neanche ha fatto in tempo a conoscere i ragazzi dell’Under 23, che avrebbe dovuto rappresentare la sua prima esperienza da allenatore. Siamo chiari, parliamo di un ex calciatore che in campo predicava calcio, profetizzava le giocate. Dotato di un’intelligenza tattica fuori dalla norma. Uno di quelli che avrebbe fatto l’allenatore. Ma Difficilmente si può chiedere a Pirlo alla sua prima stagione in panchina di vincere tutto. A questo punto avrebbe avuto più senso un Sarri bis.

Sarri, un uomo solo in un Juventus che non è mai stata la sua

La verità è che Maurizio Sarri era ormai un uomo solo alla Juventus, abbandonato da parte della dirigenza e da buona parte della squadra. E la sensazione è che il tecnico abbia pagato anche il (non) rapporto con Cristiano Ronaldo. Il portoghese era una presenza anomala per Sarri, quasi un ostacolo all’idea di gioco del tecnico, che ha dovuto fare i conti con lo smisurato talento di Cr7 che lo spinge ad accentrare su di sé i palloni, il fulcro del gioco, gli avversari e i gol.

Alla fine, con la Juventus in affanno, l’ombra del confronto costante con Allegri e un dominio meno netto rispetto a quello degli ultimi anni, Sarri si è ritrovato da solo senza accorgersene, in un mondo che forse non è mai stato davvero il suo.

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