Il Tav porta il governo verso la crisi. I ribelli del Movimento Cinque Stelle pensano a un’alleanza con il Partito democratico per evitare le elezioni anticipate.
La parola crisi non è più tabù nel governo e lo sanno bene soprattutto in casa Movimento Cinque Stelle, dove hanno realizzato che, almeno per quanto riguarda il Tav Roma-Lione, Matteo Salvini è poco incline a trattare nonostante il famigerato contratto di governo e nonostante il premier Conte abbia preso una posizione netta abbracciando l’analisi costi-benefici commissionata dal Mit, analisi che sottolinea la scarsa utilità del progetto.
Tav, Di Maio pronto a bloccare i bandi, Salvini si sottrae al confronto e prende tempo
I vicepremier sono arrivati allo scontro frontale e la prossima dead line è quella dell’undici marzo, quando il governo dovrà decidere se aprire i bandi europei oppure no. Salvini si è rifugiato nella sua Milano consapevole che senza un documento governativo la situazione non subirà variazioni rispetto alla tabella di marcia. Tradotto in termini pratici, l’Italia parteciperà ai bandi.
Luigi Di Maio in conferenza stampa ha invitato Salvini a dialogare prima di lunedì, per prendere una decisione concordata per evitare di esasperare una situazione già particolarmente delicata.
Crisi di governo, i ribelli del Movimento Cinque Stelle pensano a un’alleanza con il Partito democratico
Il peggiore degli scenari possibili non è più impensabile. La frattura definitiva tra Salvini e Di Maio non è più fantascienza e in casa M5S la sensazione che possa andare verso la fine dell’idillio (o almeno della collaborazione) con l’alleato leghista è forte e concreta.
Parte dei pentastellati starebbe già pensando a una via di fuga per evitare il ritorno anticipato alle urne, che potrebbe consegnare il paese a Salvini soprattutto se dovesse decidere di fare ritorno all’ovile del Centrodestra.
Per il Movimento Cinque Stelle l’unica via per evitare le urne si chiama Partito democratico. Uno scenario difficile ma non impossibile da realizzare soprattutto sfruttando l’entusiasmo legato alla vittoria di Zingaretti in occasione delle primarie.
I rapporti tra i due partiti sono senza ombra di dubbio compromessi, ma solo un anno fa Di Maio riteneva impensabile anche un governo con la Lega, indicato come uno dei nemici principali del Movimento. Tutto il resto è storia recente.