Le nuove proposte di Ilaria Salis, deputata europea, sullo svuotamento delle carceri e la gestione dell’immigrazione.
Ilaria Salis, neoeletta deputata europea, ha recentemente attirato l’attenzione pubblica con le sue posizioni radicali su due temi controversi: lo svuotamento delle carceri e la gestione degli immigrati.
Grazie al sostegno di figure politiche come Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, l’attivista ha portato le sue idee nell’arena politica europea, scatenando un dibattito acceso.
Ilaria Salis propone lo svuotamento dei carceri
In un recente post sui social media, come riportato da Libero Quotidiano, Ilaria Salis ha espresso la sua visione sul sistema carcerario.
L’attivista e neo parlamentare europea lo ha definito “un dispositivo di repressione e disciplinamento di quell’’umanità in eccesso'”.
Secondo Salis, il problema principale non risiede nel crimine in sé, ma nelle condizioni socioeconomiche che spingono le persone a delinquere.
“Ad essere criminalizzata non è tanto il crimine in sé, ma la povertà e la diversità. Oltre che, ovviamente, il dissenso politico“, ha scritto.
Questa visione critica del sistema penitenziario è stata ulteriormente illustrata con parole forti sui Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), che ha definito “campi di internamento per esseri umani la cui unica colpa è quella di non possedere un permesso di soggiorno in regola“.
Ha descritto le condizioni in questi centri come “un abominio giuridico, una vergogna politica, un orrore disumano“, sottolineando la necessità di una riforma radicale.
La questione degli immigrati e la detenzione amministrativa
Un altro tema centrale nelle dichiarazioni di Ilaria Salis riguarda la detenzione amministrativa degli immigrati.
Secondo la deputata, la presenza di questi centri evidenzia un sistema che penalizza gli individui non per i loro atti, ma per la loro condizione di irregolarità.
“Le condizioni di tali centri, le pratiche di gestione e lo stato di salute psicofisica dei reclusi sono persino difficili da immaginare tanto sono terribili“, ha affermato.
L’attivista sostiene che è necessario rivedere completamente il sistema di detenzione amministrativa, spostando il focus dalla punizione alla comprensione delle cause profonde che portano all’immigrazione irregolare.
Ha, infine, criticato quella che definisce una “costruzione ideologica delle ‘classi pericolose’“, suggerendo che la criminalizzazione degli immigrati spesso deriva da pregiudizi socio-economici piuttosto che da effettive minacce alla sicurezza pubblica.