Si indaga sull’incendio che ha distrutto Roma Est, l’ipotesi è che dietro l’incendio ci sia la mano dell’uomo. La procura apre un fascicolo.
Alla luce dell’incendio verificatosi a Roma nei giorni scorsi, la Procura ha aperto un fascicolo d’indagine sul caso. L’assessore Alfonsi ha spiegato che “Va capito se è un atto doloso o colposo”. Le fiamme sono divampate partendo dall’immondizia dall’ex campo nomadi Casilino 900.
Le fiamme si sono propagate ad una velocità impressionante: saranno stati cinque, massimo dieci minuti. L’incendio partito dalle sterpaglie, in poco tempo ha invaso completamente Roma Est provocando, tra gli altri danni, la presenza di una enorme nube di fumo che ha costretto gli abitanti a chiudere le finestre ed utilizzare le mascherine e, in alcuni casi, a lasciare addirittura le proprie abitazioni.
Le fiamme hanno bruciato tre autodemolitori e prodotto una nube nera e tossica alta decine di metri, visibile per chilometri, anche dal mare. Le fiamme, alimentante dal vento, hanno anche invaso uno stradone a quattro corsie, viale Palmiro Togliatti, fino a lambire i palazzi.
Roberto Gualtieri sul rogo
Secondo il parere del sindaco Roberto Gualtieri e dell’assessora comunale all’Ambiente Sabrina Alfonsi dietro l’incendio “c’è la mano dell’uomo. Bisogna capire se si tratta di un atto colposo o doloso”. Difatti, nelle ultime ore la Procura ha aperto un fascicolo d’indagine per capire nello specifico la dinamica degli eventi.
Carabinieri forestali, polizia e vigli del fuoco, nella giornata di ieri hanno effettuato un sopralluogo. Le forze dell’ordine cercano di scoprire reperti nei pressi dell’area abbandonata, all’incrocio fra via Casilina e viale Togliatti. Le indagini si stanno svolgendo con lo scopo di ricostruire nel dettaglio il luogo e le modalità con cui sono divampate le fiamme, che spinte dal vento, hanno devastato Roma Est.
Alfonsi continua spiegando: “La zona da dove è partito l’incendio era stata sgomberata non più di un mese e mezzo fa e c’era un’area di smistamento dei rifiuti: le fiamme hanno seguito la linea di questi rifiuti per arrivare agli autodemolitori”. Alfonsi, nelle sue dichiarazioni, cerca di non sbilanciarsi sull’ipotesi mafiosa.