Cos’è l’indice Rt ospedaliero e cosa cambia rispetto all’indice Rt ‘tradizionale’. L’ipotesi al vaglio delle autorità sanitarie.
In Italia si lavora al superamento dell’indice Rt e si valuta l’introduzione di un Rt ospedaliero per monitorare l’andamento dell’epidemia sul territorio.
Cos’è l’indice Rt
L’Indice Rt misura la trasmissibilità potenziale del virus, o meglio di una malattia infettiva, uscendo dall’emergenza Covid. Calcola il numero medio di infezioni che potrebbero essere prodotte da un singolo individuo in un contesto condizionato da misure di contenimento. L’indice Rt, come specificato nel corso di questi mesi, serve a valutare l’efficacia delle misure restrittive adottate dal governo.
I limiti
Nella nuova fase dell’emergenza coronavirus, con la campagna di vaccinazione ormai avviata, l’indice Rt tradizionale risulta poco efficace, come ammesso anche dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro nella conferenza stampa del 7 maggio. Il limite dell’indice Rt è legato al fatto che, basandosi sulla data di inizio dei sintomi, fornisce una fotografia poco tempestiva della situazione. Non solo. Come evidenziato dalle Regioni, con il calo dell’incidenza, un lieve aumento dei casi potrebbe portare ad un considerevole aumento dell’indice Rt. Da qui l’ipotesi di valutare un nuovo indice: l’indice Rt ospedaliero.
Cos’è l’indice Rt ospedaliero
L’Rt ospedaliero fotografa la situazione dei ricoveri negli ospedali nelle singole Regioni. Il nuovo sistema di monitoraggio quindi non sarebbe più incentrato sui nuovi casi ma sul numero di ricoveri in ospedale. Per quanto riguarda le strutture ospedaliere, la soglia critica è fissata al 30% per quanto riguarda le terapie intensive e del 40% per quanto riguarda i ricoveri ordinari.