Bonomi critico, “Se prendiamo l’Irpef non c’è un reale sostegno alle fasce più deboli, lo lo sconto maggiore si concentra sulla fascia di reddito tra 40 e 45.000 euro”.
Intervenuto ai microfoni de il Corriere della Sera, Bonomi ha commentato le ultime notizie relative alla riforma fiscale e in particolare dell’intervento sull’Irpef.
Bonomi, “La legge di Bilancio rischia di essere un’occasione persa per il rilancio del Paese”
Bonomi, ai microfoni del CorSera, ha confermato e ribadito la posizione critica sulle proposte del governo per quanto riguarda il taglio delle tasse.
“Per noi la legge di Bilancio era e resta occasione per il rilancio del Paese. Purtroppo, se verrà confermato questo impianto, compresa la manovra sulle tasse, rischia di essere un’occasione persa […]. Durante la pandemia abbiamo contratto un debito emergenziale molto forte, che si aggiunge al precedente, già su livelli record. Per poterlo ripagare, è necessaria una crescita solida e strutturale. Quest’anno assistiamo solo a un rimbalzo del Pil, ma la vera sfida è dal 2023 in poi. Il Pnrr può darci una crescita aggiuntiva di un punto e mezzo, ma è necessario mettere in campo subito provvedimenti finalizzati alla ripresa del Pil, sapendo che forse questa è l’ultima legge di Bilancio che ci consente di fare ancora largo ricorso al deficit. Ma nella manovra le misure per spingere questa crescita non le vediamo. A partire dal fisco“.
Bonomi considera insufficiente la manovra sulle tasse e ha chiamato in causa il Ministero dell’Economia, forse troppo ai margini di questa manovra.
“Otto miliardi sono pochi, ne servirebbero almeno 13. Inoltre, si sono messe insieme le richieste dei partiti in un quadro slegato dalla delega per la riforma complessiva del fisco. Invece, sarebbe stato meglio che il ministero dell’Economia avesse dato il proprio indirizzo di riforma”.
La riforma Irpef
Arrivano poi critiche anche sull’Irpef, dove Bonomi non registra un sostegno reale alle fasce più deboli.
“Se prendiamo l’Irpef non c’è un reale sostegno alle fasce più deboli mentre lo sconto maggiore si concentra sulla fascia di reddito tra 40 e 45.000 euro. Per le imprese non c’è nulla. Anzi, nel resto della manovra ci sono una serie di interventi che minano la crescita delle aziende. Mi riferisco al decalage su Transizione 4.0, all’abolizione del patent box, alla modifica del riallineamento patrimoniale degli asset delle imprese. Tutto il contrario dello stimolo agli investimenti funzionali alla transizione verde e digitale, come indicato nel Pnrr. Non solo. Non c’è nulla per giovani e donne, ma si dà il grosso del taglio delle tasse a fasce sociali che non sono le più deboli”.