Intervenuto ai microfoni de Il Messaggero, Edoardo Rixi ha parlato della condanna per le spese pazze in Liguria e del rapporto con Danilo Toninelli.
Condannato a tre anni e cinque mesi per le spese pazze in Regione Liguria, il sottosegretario della Lega Edoardo Rixi ha deciso di raccontarsi ai microfoni de il Messaggero.
Il deputato della Lega ha deciso di disinnescare una possibile crisi di governo annunciando, in accordo con Matteo Salvini, la sua decisione di rassegnare le dimissioni come previsto dal contratto di governo stipulato con il Movimento Cinque Stelle.
Edoardo Rixi sulla condanna: I giudici sono andati giù pesanti. Vengo trattato come un criminale senza aver commesso alcun reato
Parlando ai microfoni de il Messaggero, Rixi ha voluto commentare innanzitutto la condanna comminatagli dai giudici
“Sono innocente, sono innocente […]. Sono amareggiato, profondamente amareggiato. I giudici sono andati giù pesanti, hanno decretato una condanna superiore alle richieste dei pm e perfino l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Che dire? Sono senza parole. Vengo trattato come un criminale e questo senza aver commesso alcun reato“.
Rixi su Toninelli: Continuare a lavorare con lui era praticamente impossibile
Il sottosegretario ha poi voluto parlare dell’aria che tira all’interno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dove Danilo Toninelli, titolare dell’ufficio, è rimasto isolato dopo il caso Siri e le dimissioni di Rixi.
“Lascio quasi volentieri. Continuare a lavorare accanto a Toninelli era praticamente impossibile. Ha tolto le deleghe a Siri in due ore senza neppure una telefonata e senza che Armando avesse ricevuto neppure un avviso di garanzia. E queste cose hanno pesantemente incrinato il rapporto di fiducia: non si può provare a risalire la china infangando gli alleati, sacrificando rapporti umani e progetti costruiti insieme”.
Rixi: Toninelli ha proceduto con nomine in settori che riguardavano le mie deleghe
Nella parte finale della sua intervista Rixi ha parlato anche del comportamento di Danilo Toninelli sul caso di alcune nomine promosse senza consultarsi con i sottosegretari competenti.
“Da qualche tempo il ministro grillino ha proceduto a nomine, come il presidente dello Stretto, in settori che riguardavano le mie deleghe senza neppure consultarmi. E ha finito per occupare militarmente tutti i posti all’ interno del dicastero, spesso senza alcuna attenzione al merito. E questo non è giusto, né corretto”.