Covid, il Governo alle Regioni: “Pronti a possibile emergenza negli ospedali”. Ipotesi riduzione Green Pass

Covid, il Governo alle Regioni: “Pronti a possibile emergenza negli ospedali”. Ipotesi riduzione Green Pass

Una riduzione del Green Pass per contrastare il Covid. E’ questa l’ipotesi consigliata da alcuni esperti.

ROMA – Una riduzione del Green Pass per cercare di contrastare la nuova ondata. Questo sarebbe, almeno secondo quanto scritto da La Repubblica, il consiglio di molti esperti. La certificazione verde, che attualmente ha una validità di nove mesi, nei prossimi giorni potrebbe ridursi a sei.

La decisione definitiva, però, non sarà presa entro Natale. I dati decisivi, infatti, arriveranno entro 10-15 giorni dall’Inghilterra e solo dopo essere a conoscenza della letalità della variante Omicron si capirà se intervenire su questa misura oppure no. Da precisare che Ricciardi ha proposto il Super Green Pass solo a chi fa la terza dose, ma questa possibilità non è assolutamente praticabile per diversi motivi.

Il rischio di un aumento della pressione sugli ospedali

Misure più restrittive sul Green Pass potrebbero ridurre il rischio di un incremento della pressione sui servizi sanitari. I numeri, al momento, sono in aumento e, sempre secondo il quotidiano italiano, si starebbe valutando la possibilità di inviare una circolare alle Regioni per preparare gli ospedali ad una possibile emergenza.

Si tratta, almeno vedendo i numeri, di una possibilità non immediata. I ricoveri, infatti, crescono ma non in maniera esponenziale (almeno quelli in terapia intensiva ndr) e con il picco ormai alle porte la pressione potrebbe diminuire nei primi giorni del nuovo anno.

Terapia intensiva coronavirus

La variante Omicron

A spaventare, come detto, è la variante Omicron. Al momento non si hanno dati precisi e questo ha portato il Governo a prendere del tempo nonostante il pressing di alcuni esperti. La discussione è rinviata di 10-15 giorni quando dall’Inghilterra sono attesi dei dati più certi su questa mutazione.

I ragionamenti comunque nella maggioranza sono in corso e il premier Draghi è al lavoro per trovare un compromesso e non spaccare l’esecutivo su un argomento molto delicato.