Le Regioni chiedono un confronto al Governo: il super Green Pass e le restrizioni per non vaccinati sono ipotesi difficilmente attuabili.
Prosegue il pressing delle Regioni sul governo per rivedere le norme anti-contagio per far fronte all’aumento dei casi di Covid e all’imminente (almeno apparentemente) passaggio di alcune Regioni in zona Gialla. Durante il vertice si discuterà di almeno due misure: il Green Pass rafforzato e le restrizioni per non vaccinati almeno nelle Regioni in zona Arancione e in zona Rossa.
Il Green Pass rafforzato: la certificazione verde solo a guariti e vaccinati
Per quanto riguarda il Green Pass, l’idea è quella di adottare il modello 2G, quindi di rilasciare la certificazione verde solo alle persone guarite dal Covid o vaccinate. Questo escluderebbe le persone che effettuano il tampone, che a quel punto sarebbero costrette a vaccinarsi per poter prendere parte alla vita sociale. Il Pass verde di fatto è obbligatorio per tutto: dal ristorante al cinema passando per lo stadio, senza certificazione verde non si entra.
Il mondo del lavoro sarebbe escluso da questa stretta, nel senso che per accedere in ufficio sarebbe ancora valido il Green Pass rilasciato dopo un tampone con esito negativo.
Oggettivamente si tratta di una soluzione complessa dal punto di vista costituzionale e con evidenti difficoltà applicative.
La riduzione della validità del Green Pass
Sempre per quanto riguarda il Green Pass, si va verso una riduzione della validità della certificazione verde, che passerà da dodici a nove mesi anche alla luce degli ultimi dati a disposizione sui vaccini, che a sei mesi dalla somministrazione sono decisamente poco efficaci contro il contagio.
Zona Arancione e Zona Rossa solo per non vaccinati
L’altra ipotesi è quella di applicare le restrizioni della zona Arancione e della zona Rossa solo ai soggetti non vaccinati, ma si tratta di una misura con evidenti limiti costituzionali e destinata ad alimentare le tensioni sociali. Una soluzione del genere non sarà attuata a meno che la situazione epidemiologica non rende strettamente necessario un intervento deciso e risolutivo.
Il governo è disponibile al confronto ma non ha in programma una stretta decisiva
Il governo è disponibile e favorevole al confronto con le Regioni ma al momento non ha in programma una stretta particolarmente soffocante, questo perché confortato dalla tenuta del Sistema Sanitario, che a livello nazionale resiste. Come evidenziato nel monitoraggio Iss del 19 novembre, i ricoveri in area medica e in terapia intensiva sono in aumento ma il tasso di occupazione dei posti letto è largamente inferiore alla soglia di allerta.